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EU Prize for Cultural Heritage / Europa Nostra Award 2017

Il Progetto ‘Museo Piranesi’

di Pierluigi Panza

vince l’EU Prize for

Cultural Heritage

/ Europa Nostra Award 2017   




Regesto del libro dei conti - 2 PDF Stampa E-mail


Stabbilitura del Lanternino
335. Per la volta realizzata sopra il lanternino con mattoni e pianelle murata a «coltello», e per la realizzazione dell’ornato costituito dallo Spirito Santo in rilievo retto da chiodi fissati nella volta con i suoi raggi intorno, il tutto in stucco bianco, scudi 12.30.
336. Per l’aggetto di «gretoni» bozzato di calce e stabilito in stucco bianco che forma le cornicette che ricorrono nel descritto ornato, scudi 4.07.
337. Per l’aggetto di mattoni retti con chiodi fissati nel muro che forma la cornice sotto l’imposta della descritta volta «resaltata sopra li quattro pilastri» che reggono il lanternino a loro volta modanati, alti 9 palmi «e nel fondo di ciascun pilastro fattoci il candelabro con sua fiaccola», scudi 24.37.
338. Per le «mostre» che ricorrono attorno alle quattro luci delle finestre «modinate con refesso, braghettone, altro refesso, tondino ed intacca», scudi 5.20.
339. Per il muro sotto le soglie delle suddette quattro finestre, scudi 0.96.
340. Per l’abbozzatura e stabilitura degli «sguinci» di dette quattro finestre ed altri lavori, scudi 4.16.
341. Per imbiancare le macchie degli stucchi attorno all’occhio del lanternino a causa dell’acqua piovana penetrata per non esservi ancora state messe le vetrate, scudi 0.45.
342. Per aver posto in opera i telai in ferro per montare le vetrate del lanternino, rifacendo il muro sotto gli stessi, scudi 3.02,1/2.
343. Per l’assistenza di un garzone al pittore «che ha dato la seconda mano di color a d’oglio alli telari delle suddette fenestre», disfati i ponti e poi montata una bilancia sostenuta con corde fissate a un legno posto di traverso al lanternino per consentire al pittore di dare nuovo colore ai raggi delle finestre e al vetraio di porre nuovi vetri, scudi, 0.40.
344. Per la collocazione di tre mattoni «arrotati ad acqua» ai piedi del telaio della finestra, scudi 0.13.
345. Per aver fatto la traccia attorno al vano della finestra del lanternino dalla parte del guardaroba e collocato uno «sportello» di vetro al fine d’impedire che l’acqua piovana possa penetrare in chiesa, scudi 2.26,1/2.
346. Per l’aggetto che costituisce la cornice attorno all’occhio del lanternino e per l’aggetto di cocci e mattoni fissato nel muro con chiodi di ferro, bozzato di calce e stabilito in stucco bianco che forma i quattro ornati «requadrati in forma di esagono» in mezzo dei quali si sono fatte le torri bugnate, scudi 6.68.
347. Per l’aggetto che forma la cornice attorno agli otto rombi che formano l’ornato del lanternino attorno ai quattro «resalti» entro cui sono state intagliate le torri e realizzati i rosoni, con i sedici mezzi rosoni nei vani triangolari tra i suddetti rombi, tutti in stucco bianco fissato con chiodi di ferro alla volta, scudi 13.28.
348. Per l’aggetto fissato con chiodi per realizzare i festoni dell’ornamento al lanternino, scudi 12.20.

Stabbilitura della Volta a crociera sotto il descritto Lanternino colli due sordini laterali
349. Per l’abbozzatura e la ricciatura della volta a crociera che sorregge il lanternino al fine di potervi disegnare l’ornato, scudi 21.71.
350. Per «l’aggetto di gretoni bozzato di calce» e stabilito con stucco bianco che costituisce la fascia a forma di «orecchiatura» che corre ai lati delle quattro conchiglie verso l’occhio del lanternino, scudi 3.7,1/2.
351. Per l’aggetto di «gretoni» fissato con chiodi al muro che forma la cornice sopra la quale sono stati fatti i medaglioni con i bassorilievi attorno al lanternino, scudi 9.88.
352. Per l’aggetto armato con un filo di verzelle che forma le cornici attorno alle otto medaglie sotto la volta verso l’occhio del lanternino sopra cui sono stati scolpiti in bassorilievo diversi episodi della vita di San Giovanni Battista in stucco bianco eseguiti da Tommaso Righi, al quale è stato fornito materiale e assistenza, scudi 12.60.
353. Per l’aggetto stabilito in stucco bianco e legato al muro con fil di ferro e chiodi che in forma di fettuccia unisce le medaglie con le otto conchiglie e la realizzazione dei festoni di lauro, scudi 43.29.
354. Per l’aggetto che costituisce la fascia che ricorre ai due lati dei quattro angoli della crociera della volta, per l’altra fascia che circonda le medaglie e le conchiglie e per le quattro croci due terminanti verso le fasce che circondano il lanternino e che si incrociano sotto la volta, scudi 52.23,1/2.
355. Per la realizzazione dei due «sottarchi centinati» laterali della tribuna riquadrati e incorniciati, contornati da una cornice il tutto sempre stabilito in stucco bianco, scudi 27.90.
356. Per la realizzazione del mezzo pilastro centinato «accanto li sottarchi suddetti né due sordini laterali di essa Tribuna», scudi 14.39.
357. Per gli aggetti dei «quattro pilastri dritti ne due sordini laterali di essa Tribuna» con relative cornici, scudi 6.90.
358. Per la fascia modanata che riquadra «i due sordini di detta Tribuna», lunga complessivamente palmi 19,3/4, scudi 6.90.
359. Per il nuovo muro nel mezzo dei due «sordini» laterali «per formarvi il resalto della fenestra reale dalla parte del palazzino ov’è il coretto, e finta la parte ov’imposta, largo ad ognuna per quanto forma parapetto p 6,1/2» e alta 1,3/4, e per il muro a lato e sopra gli stipiti, scudi 5.57.
360. Per la messa in opera del telaio di travertino attorno al vano della finestra dalla parte del palazzino, scudi 1.58.
361. «Per il muro fatto di nuovo che forma sguinci alla sudetta fenestra del coretto dalla parte del palazzino alto p 9,1/2, largo assieme all due bande p 1,1/2, grosso p 2,3/4» e per varie spicconature intorno al parapetto, scudi 2.22.
362. Per l’assistenza prestata all’intagliatore per la posa in opera della «gelosia» alla suddetta finestra, scudi 0.30.
363. Per aver rimosso la lastra di travertino accanto alla soglia della finestra del «coretto» al fine di «render commodo il poter guardar in Chiesa» ed averla consegnata al giardiniere Pietro Conti per realizzarvi il focolare del camino della sua abitazione, scudi 0.31.
364. Per il muro ricostruito sotto la tavola del «genuflessorio» e per aver «raboccato, ricciato ed incollato il parapetto a detta finestra», scudi 0.86.
365. Per il muro nel vano della finta finestra della tribuna dalla parte del rimessone degli agrumi e per la soglia della corrispondente e reale finestra di fronte, scudi 1.21.
366. Per la cornice circolare attorno al bassorilievo del medaglione sopra una suddetta finestra, che è ornato con un festone di alloro che termina al piede con i suoi fioroni dai quali cade il seme, il tutto armato con «verzelle» e fissato al muro con dei chiodi. Nei medaglioni, invece, sono stati realizzati in bassorilievo da Tommaso Righi in uno l’apostolo San Giacomo Maggiore e nell’altro Sant’Andrea, scudi 19.10.
367. Per la cornice modanata, realizzata sopra una finestra nel «sordino» della tribuna, lunga complessivamente con le sue volute 12 palmi e alta 1, modanata con «refesso, becco di civetta, gola dritta, refesso, tondino, intacca e guscio», e relativa fascia e base dritta della medesima finestra, scudi 9.04.
368. Per il ricorso delle cornici della descritta fascia attorno la «mostra» della finestra, terminante con un fiore a palmette e con in mezzo un bottone e terminata con sopra una torretta dello stesso tipo di quelle dell’occhio del lanternino, scudi 6.12.
369. Per la cornice o l’ornato realizzato attorno alla finta finestra nel «sordino» della tribuna verso il rimessone degli agrumi, e per il supporto prestato per la lavorazione del bassorilievo «che do poi fu disfatto», scudi 2.09.
370. «Per l’aggetto de mattoni e cocce armato con verzelle rette da chiodi fissi nel muro bozzato di calce, e stabilito di stucco bianco l’ornato nel fondo della finestra finta» analogo a quello del vano opposto, con un candelabro e nel mezzo terminato con medaglia con una croce nel mezzo. Accanto al candelabro due parti di nave, con ancore con punta da una parte e pennacchio dall’altra scorniciati, scudi 11.50.
371. Per la fascia che riquadra l’intero fondo dove sono le finestre nei due «sordini» della tribuna, scudi 6.64.
372. Per il tempo di tre quarti di giornata servito a due «portaroli» per rimuovere i ponteggi della tribuna e della facciata, «a finché potesse vedersi da Sig. Cavalieri di Malta il primo Maggio 1765». Per aver inoltre trasportato l’acquasantiera dalla chiesa al palazzino, e ripetuto l’intera operazione un altro giorno per altri cavalieri, scudi 1.25.

Stabbilitura della Volta in forma di Nicchia sopra la porzione della Tribuna centinata di detta Chiesa
373. «Per l’aggetto de gretoni retti da due fila di verzelle con chiodi fissi nel muro bozzato di calce e stabilito di stucco bianco l’archivolta attorno il sesto di essa Tribuna... modinata con intacca, refesso, gola roversa, refesso, pianuccio, intacca e guscio», e per il relativo intradosso dell’arco, scudi 29.49.
374. «Per il muro del sodo a piede la volta di detta Tribuna centinata qual pianta sopra il cornicione longo stesso p 38 alto 1,1/2» con relativa cornice modanata che ricorre intorno ai sette cassettoni ottagoni del primo ordine della volta absidale, scudi 24.30,1/2.
375. Per la realizzazione dei sette rosoni di stucco bianco nel fondo dei cassettoni del primo ordine della volta absidale, scudi 11.38.
376. Per la cornice che riquadra i vani triangolari e quadrati tra i suddetti cassettoni, scudi 6.07.
377. Per la conchiglia in stucco bianco che orna la sommità della volta centinata costituendo con le sue scanellature il catino dell’abside, armata con verzelle e retta da chiodi fissati nel muro, scudi 52.65.
378. Per l’arma prelatizia del gran priore realizzata sopra la suddetta conchiglia, composta da una targa ovale contornata da festoni di campanelle, con ai piedi una medaglia incorniciata e la croce e inoltre composta da un piccolo scudo con l’aquila bicipite. Per le altre fettucce a tortiglione e cornici, scudi 56.04.
379. Per i due festoni intagliati a fronda di quercia che uniscono l’ornamento suddetto sopra la conchiglia ai cassettoni del primo ordine dell’abside, lunghi assieme 42 palmi, rifiniti in stucco bianco, scudi 18.30.

Stabbilitura della porzione della Tribuna centinata per quanto resta fra il pavimento e cornicione
380. Per la realizzazione del cornicione che ricorre al di sotto del catino absidale, lungo 42 palmi, alto 2,1/2 con 1,5/5 di aggetto, scudi 29.05.
381. Per la realizzazione di una semicolonna dell’abside, con le sue 11 scanellature, la base «attica»  con imoscapo, tondino, toro superiore, tacca, scozia, tacca e toro inferiore, e per la realizzazione del capitello in stile ionico «moderno», con ovolo, tacca, abaco e volute con in aggiunta serpenti squamati che ricorrono sopra il listello delle volute, festoni sopra i quali è posata l’aquila bicipite con corona ducale e con mezzerose nelle rivolte. Il tutto ripetuto per sei semicolonne, scudi 106,68.
382. Per la realizzazione di una parasta all’angolo dell’abside con il transetto, con sette scannellature di fronte e tre su ciascun lato, alto 21,1/6 palmi e largo (compresi i due lati) 4 palmi, con un aggetto delle scanellature di 1/6 di palmo, con la base e il capitello simile a quelli delle suddette colonne, ma quest’ultimo con cornucopie di pelle , il tutto con bozzatura di calce e stabilitura in stucco bianco. Il tutto ripetuto per due paraste, scudi 26.04.
383. Per la messa in opera delle tavole di travertino che formano il piano del plinto delle basi delle descritte colonne, scudi 2.68.
384. Per il «collarino» con la sua tacca centinata che ricorre tra i capitelli delle semicolonne e delle paraste, lungo complessivamente 15,2/3 palmi, scudi 7.20.
385. Per la «mostra» attorno alla finestra al centro dell’abside, lunga «stesa» palmi 44,1/3 e larga di faccia palmi 1,1/4, e per la fascia che riquadra il muro sotto la suddetta finestra, scudi 8.15.
386. Per la realizzazione del fondo di un intercolunnio dove sono stati realizzati i due medaglioni di 4,1/2 palmi di diametro esterno con i busti in bassorilievo di San Pietro e San Paolo, con cornice circolare armata con verzelle e retta da chiodi fissati nel muro, con altre numerosi fettucce e festoni, scudi 15.98.
387. Per la fascia ornamentale in stucco bianco incollata sotto i suddetti medaglioni, e per altri due «fondi» simili a quelli con i medaglioni, scudi 10.14.
388. Per la messa in opera della lapide sepolcrale del priore di Venezia Giò Dido «posta nel fondo della tribuna centinata sotto la fenestra per nascondere il muro dell’arco antico», scudi 1.83,1/2.
389. Per la «base carosa» che ricorre intorno a detta lapide, scudi 1.60.
390. Per le lastre di travertino murate alle basi delle colonne per nascondere il muro vecchio, scudi 1.05.
391. «Per l’ammattonato de quadrotti con suo lastrico» fatto nella suddetta tribuna e lavorato a spina di pesce, scudi 9.72.

Stabbilitura delli due laterali dritti della Tribuna, ove sono le Porticelle del Palazzino, e Rimessone dell’Agrumi e quanto resta fra il pavimento e cornicione
392. «Per il cornicione architravato dritto resaltato in quattro luoghi ad ogni laterale, longo steso assieme da dove unisce coll’altro già descritto alla Tribuna centinata sin al principio della navata della Chiesa p 68,1/3», scudi 41.88.
393. Per la stabilitura delle quattro semicolonne scannellate alte 21,1/6 con base attica e capitello simili a quelli già descritti per l’abside, scudi 79.16.
394. Per le quattro paraste, due per ciascun lato di transetto, collocate all’angolo con l’abside, con sette scanellature nel prospetto e tre per ciascun lato, con basi e capitelli analoghi a quelli già descritti, scudi 74.08.
395. Per la realizzazione delle due analoghe paraste accanto a quelle descritte, che immettono nell’abside, scudi 20.39.
396. Per il collarino bozzato di calce e stabilito in stucco bianco, modanato, che ricorre tra le suddette paraste e semicolonne, proseguendo quello della zona absidale, lungo complessivamente 13,173 palmi e alto 1/4, scudi 3.59.
397. Per la fascia dritta in stucco bianco, con gola rovescia e tacca, che riquadra lo spazio compreso tra le lesene verso l’abside e quelle contigue verso il transetto, scudi 4.72.
398. Per la fascia analoga alla suddetta che riquadra i quattro intervalli tra le semicolonne e le paraste dei transetti, scudi 9.48.
399. Per la collocazione delle due iscrizioni in marmo sopra le porte sul fronte dei due transetti, impiegandovi mezza giornata di tempo di un maestro e quattro garzoni, «compresovi anche il tempo in mettere dette iscrizioni in luogo che potesse commodamente vedere S. Ecc. il Gran Priore», messe in opera affrancandole al muro con spranghe di ferro, scudi 3.62.
400. Per la cornice che riquadra le suddette iscrizioni, «modinata con intacca, tondino, refesso, gola, intacca, piano refesso, tondino ed intacca longa stesa p 29», e per il fregio ai piedi della lapide suddetta, il tutto stabilito in stucco bianco, scudi 15.84.
401. Per la posa in opera dello scalino davanti a una porticella del transetto, lungo 10,5/6 palmi e largo 2, e relativa lastra di travertino con zoccolo, scudi 2.72.
402. Per il tempo di mezza giornata servito per trasportare dal cortile della cisterna in chiesa i «rustici» di travertino per lo scalino, basi e zoccoli, scudi 0.50.
403. Per il ricorso e la fascia modanata attorno alla suddetta porticella del transetto, scudi 9.35.
404. «Per la colla sopra il muro nuovo delle Spallette ed arco della porticella rifatte di nuovo dalla parte del Palazzino longa p 9,1/2 alta 15,1/2; Spicconato, ricciato ed incollato il muro vecchio accanto per accompagnarlo», scudi 1.66.
405. Per la risistemazione del muro accanto all’altra porticella verso il rimessone degli agrumi, alta analogamente 11,1/2 palmi, dove sono stati murati nuovi «sguinci» e «gangani», scudi 1.32.
406. Per il muro rustico dell’urna sopra una delle due particelle descritte, lunga nella parte inferiore 5 palmi e in quella superiore 9,1/2, scudi 3.46.
407. Per la «gola con suo pianuccio sopra dritta» che fa da finimento al coperchio dell’urna, con le due volute e la sua modanatura, per la stabilitura liscia del restante corpo dell’urna, lunga complessivamente palmi 10,1/3, per la cornice dritta al piede con le due «rivolte» e «sopra dett’urna fattovi il Pro Christo con sue lettere contornate e rilevate lungo p 1,1/2», scudi 14.48.
408. Per le quattro mensole che sorreggono la descritta urna e quella prospicente, con loro modanature e volute, scudi 8.
409. Per la conchiglia bozzata di calce e stabilita in stucco bianco realizzata sotto le due urne descritte, lavorata ed intagliata con «bacchelli» e «cannelli», e per il festone che circonda il corpo dell’urna fermato con una fettuccia sopra il coperchio, scudi 36.06.
410. Per il collarino con la sua tacca che ricorre nel fronte dei due transetti tra le semicolonne e le iscrizioni, formato in mattoni, bozzato di calce e stabilito con stucco bianco, e per la sistemazione del muro di fondo fra i capitelli, scudi 10.86.
411. Per il collarino, la «cimasa», il «fondo» e lo zoccolo che ricorrono nei due angoli dove si incontrano transetto e navata, bozzati di calce e stabiliti in stucco bianco, scudi 6.
412. Per aver praticato quattro buchi nei muri dei pilastri a lato dell’altare per poter fissare le due tavolette di «marmo greco» atte a sostenere le ampolle per celebrare la Messa, e per aver murato le suddette due tavolette, scudi 0.60.
413. Per la realizzazione delle due conchiglie in stucco bianco che fingono di sorreggere le due tavolette suddette, «lavorate scannellate con suoi cartocci che li fanno rivolta da capo con altro rivolto in mezzo terminato in pelle», scudi 1.50.
414. Per il tempo di due giornate servite a due garzoni per allestire e rimuovere i ponteggi utilizzati per l’imbiancatura della tribuna, scudi 1.
415. Per l’ammattonato a quadrotti arrotati e tagliati che forma il pavimento della tribuna, per la gradinata dell’altare con il gradino che scende alla navata il tutto realizzato attraverso delle «guide». Infine, per aver realizzato la stella ad otto punte con attorno un fregio di rombi e triangoli e fasce circolari attorno il tutto lavorato a quadrotti rossi e bianchi e riempita l’altra parte del pavimento con quadrotti e triangoli disposti a spina di pesce, scudi 40.76.

Altare in detta Tribuna
416. Per il muro su cui posa l’altare, lungo palmi 11,3/4, largo 10, alto 4, «lavorato a sacco con la costruzione di due volticelle» che posano da un lato sopra il muro vecchio e dall’altra sopra il nuovo, con relativo scavo di terra, scudi 35.92.
417. Per la realizzazione di diverse partite di muro sopra il suddetto fondamento che fa da base per l’ornato dell’altare e per il posamento dell’urna della mensa lunga palmi 9,1/4, scudi 21.05,1/2.
418. Per il muro sopra il descritto che forma il piccolo e il grande gradino, alti dal piano della mensa palmi 2,7/8, e per il «resalto» del ciborio e dei suoi lati, scudi 8.84.
419. Per il muro ovale che forma il basamento dell’urna sopra cui posa il globo con il gruppo di San Basilio e gli angeli, con i due diametri lunghi palmi 10,1/2 e 7 e alto 2,2/3. Per il muro che forma il globo sopra l’urna, di diametro 7,1/3 palmi, Per il muro dell’urna lungo al massimo 13 palmi e largo 6,1/3 con inglobato parte del globo sporgente dall’urna e 3,1/3. Inoltre per la realizzazione del muro di fondo dove è realizzato il bassorilievo della sacra famiglia, scudi 24.12.
420. Per aver fissato tre ferri nel suddetto muro dell’altare come armatura del gruppo di San Basilio, armato anche con altri ferri posti dallo «scultore sig. Tommaso Righi che ha fatto di stucco il gruppo sudetto». Inoltre per la realizzazione del ponteggio su quattro «candele» servito per realizzare l’altare, scudi 5.06.
421. Per aver bozzato di calce e stabilito in stucco bianco il globo di diametro 7,1/3, scudi 2.75.
422. Per il fregio attorno al prospetto dell’urna lungo complessivamente 31 palmi, con sopra l’ornato con chiocciole contornate da fronde di palmetta e nel fondo rosette con bottoni sopra cui sono corone di fronde d’alloro in mezzo alle quali ci sono due rosoni intagliati di diametro 1,1/2 palmi e di aggetto 1/4, il tutto armato con chiodi, bozzato con calce e stabilito in stucco bianco, scudi 13.33.
423. Per la cornice modanata dritta che riquadra le testate dell’urna, lunga complessivamente palmi 7,1/2, con il suo ornato composto da diversi scudi a forma di chiocciole, il tutto in stucco bianco, scudi 6.90.
424. «Per l’abbozzatura di calce e stabbilito di stucco bianco il vacuo centinato qual resta fra le descritte testate» e «fatto l’istesso alla parte dietro dell’urna», scudi 1.75.
425. Per l’aggetto di mattoni sopra l’armatura di ferro fornita già bozzata di calce dal «chiavaro» che forma i rostri ai lati dell’urna, scudi 3.
426. Per la cornice ovale del «pieduccio» che sorregge l’urna, modanata e ornata con foglie e dentelli, scudi 21.72,1/2.
427. Per la cornice ottagonale che racchiude il bassorilievo della Sacra Famiglia, lunga complessivamente 14 palmi e larga 5/12, modanata e con ornato composto da piccole serpi, teste di figure e «fioretti». Ai due lati mensole con volute modanate con festoncini e foglie di alloro, il tutto stabilito in stucco bianco e fissato al muro con dei chiodi, scudi 10.30.
428. Per le tre foglie a svolazzo che dalle descritte mensole terminano con le loro volute sotto il cuscino che sorregge l’Agnus dei, per il cuscino a forma di guscio e per aver collocato la scultura lunga 3,1/4 palmi, alta 2 e grossa 1,1/2, armata di un’asta di bandiera con in cima una croce di Malta, scudi 8.33.
429. Per il festone di «cerase» bozzato di calce e stabilito in stucco bianco che dalle volute delle mensole a lato del bassorilievo con la Sacra Famiglia forma una cornice ad arco sopra quella ottogonale, e per le quattro cornucopie che cadono sempre dal centro delle volute, con diametri di palmi 3/8, scudi 13.25.
430. Per il gradino che forma il basamento dell’urna, «resaltato in sei luoghi modinata con becco di civetta intacca vivo in forma d’imoscapo, pianuccio e gola roversa longa stesa con sue rivolte  quanto è dritta p 30», il tutto stabilito in stucco bianco, scudi 7.26,1/5.
431. Per l’intaglio arabescato che orna il suddetto gradino, con fogliami e fiori che nascono da ornati in forma di vasi, lungo complessivamente 36 palmi e alto 11/12, il tutto in stucco bianco, compresa la base inferiore modanata e lo zoccolo, ad eccezione della cornice attorno al ciborio solamente bozzata di calce, scudi 38.20.
432. Per la messa in opera delle lastre di marmo sporgenti sopra il suddetto gradino, e per aver tagliato il gradino per collocatovi al centro il ciborio di marmo, lungo e largo 3 palmi e alto 2,7/8, scudi 1.96.
433. Per la cornice modanata che forma la «cimasa» della mensa e ricorre similmente ai lati e nella parte posteriore del «piantato», lunga complessivamente la parte dritta 36 palmi e quella posteriore centinata 21, scudi 10.61.
434. Per aver trasportato con «curli» la mensa dell’altare dopo averla «segata dal pezzo grosso di marmo ritrovato sotterra portato nel cortile della Cisterna, e doppo lavorato da scalpellini portato con bilancini a dett’Altare impiegandovi di tempo in tutto tre quarti di giornata di due maestri e quattro garzoni», scudi 1.35.
435. Per aver posto in opera la suddetta mensa lunga 10,3/4 palmi, larga 4 e grossa 1/4, e collocata sopra la modanatura a becco di civetta della sottostante cornice, con le foglie d’acqua ai quattro angoli dei «resalti» e l’intaglio dei fogliami fatto a palmetta, «il tutto fatto con stucco bianco ricercato, terminato e polito», scudi 7.85.
436. Per la fascia con tacca, guscio e bastoncino che forma il riquadro dove si trova l’ornato centrale del prospetto della mensa, lungo comprese le rivolte palmi 9,1/3 e per festone sovrastante che piove dall’alto da due piccole medaglie, lungo complessivamente 9,1/6 palmi, scudi 1.70.
437. Per la cornice modanata attorno all’ovale centrale del prospetto della mensa, lunga 8,1/12 palmi, con il suo ornato di foglie. Inoltre per aver messo in opera la ferrata che chiude l’oculo ovale, scudi 1.84.
438. Per l’ornato attorno all’oculo, con ghiande, gusci, palme «intagliate all’antica», a cui è stato sovrapposto nel mezzo un secondo ornato composto di una «cocchiglia baccellata circondata da grillanda di rose, e due rami di palma che s’intrecciano sotto la medema cocchiglia», il tutto in stucco bianco, scudi 8.33.
439. Per la realizzazione della base dritta modanata ai piedi del corpo centrale della mensa, lunga con le sue rivolte 6,1/3 palmi, con un ornato prevalentemente a foglie d’acqua, scudi 4.45.
440. Per l’ornato di foglie terminanti con «punte refesse» e lavorate in «corpo di gola», realizzato sopra le due fiancate della mensa, con sovrapposto un festone con campanelle, il tutto bozzato di calce e stabilito in stucco bianco, scudi 15.77.
441. Per la base modanata che sorregge tutto l’impalcato dell’altare, lunga comprese le due rivolte 21 palmi e alta 1,1/6, e nella parte posteriore lunga 14,1/4, realizzatovi un ornato di foglie simili a quelle dell’urna suddetta, scudi 5.89.
442. Per le sedici mensole che sorreggono l’ornato dell’altare con il suo gruppo di statue, alte ciascuna 3,5/12 palmi di faccia e 11/12 di aggetto, il cui prospetto modanato è stuccato in bianco, scudi 34.47.
443. «Per il fondo del vivo del posamento che resta fra le descritte mensole fatto in profilo in forma di guscio longo assieme p 14, alto 2,1/4 di aggetto da capo p 2/3» e fatti sopra esso quattro fettucce di campanelle con cornicetta al piede, il tutto stuccato di calce e stabilito in stucco bianco, scudi 4.43.
444. Per il muro fatto sotto i gradini davanti alla mensa dell’altare: sotto il primo lungo 18 palmi e sporgente dal prospetto della mensa 7,3/4, sotto il secondo lungo 14 e sporgente 5,3/4. Inoltre per il muro sotto la pradella  lungo 10,3/4 palmi e per aver murato sopra i gradini i conci di marmo trasportati dalla piazza antistante il giardino sino davanti alla chiesa dove sono stati segati, scudi 10.66.
445. «Per la colla fatta sopra li muri del vacuo sotto dett’Altare ov’è stato collocato il capo di S. Savino long’assieme alli due lati in forma di corridore p 10 alta sin all’imposta della volticella sopra p 5,1/2» e per il «vacuo» di analoghe dimensioni ricavato sotto la mensa dell’altare, scudi 0.90.
446. Per aver effettuato un taglio dei muri laterali del vano sotto l’altare per riporvi un piano di sostegno per la cassetta contenente l’olla di argento che racchiude il capo di San Savino, e per aver incassato altre reliquie. Per aver inoltre assistiti lo stagnaro che ha saldato il vetro della suddetta cassetta, scudi 1.35.
447. Per la muratura di due «gangani» ed un «occhietto» per il «fusto» che chiude l’accesso al vano sotto l’altare, scudi 0.15.
448. Per la muratura degli «occhietti» di ferro che reggono le cornucopie poste sulle lesene scanalate a lato dell’altare, scudi 0.20.

Stabbilitura della Navata della Chiesa
449. «Per aver tirato in opera quattro legnotti per sorreggimento del ponte Reale sotto la volta sopra detta navata longhi l’uno p 42» sopra cui sono stati disposti due fila di travicelloni lunghi assieme 180 palmi, scudi 32.10.
450. Per aver piantato sei «candele» di arcareccio per fare i ponti per spicconare i muri laterali e gli archi e il cornicione della chiesa, e per aver spicconato i muri e il cornicione dalla parte della porta verso il rimessone degli agrumi e per aver realizzato un nuovo muro occupato da tre iscrizioni alte e larghe 6 palmi ciascuna, in memoria dell’eccellentissimo Portocarrero, scudi 48.93.
451. «Per il riporto di gretoni e cocce fatto addosso il muro della facciata ov’è la fenestra circolare per metterlo a filo a piombo», scudi 7.20.
452. Per la realizzazione del ponteggio davanti alla chiesa per fare il muro dei «resalti» sopra le colonne e nell’archivolto sopra la porta, scudi 2.77.
453. Per il muro rustico dello zoccolo presso la porta principale lungo 14 palmi e alto 6; per i due pilastri negli angoli della rivolta alti sopra lo zoccolo 24,1/4 palmi; per le due colonne ai lati della porta e per il muro sopra il cornicione attorno all’occhio, scudi 31.09.
454. Per l’aggetto armato con due file di verzelle fissate con chiodi nel muro, bozzato con calce e gretoni e stabilito con stucco bianco che forma gli archi nella volta della navata, di lunghezze diverse per la presenza del «quadro» della volta ma principalmente circa 46 palmi, scudi 72.94.
455. Per un analogo aggetto che forma i quattro lati della cornice del «quadro», di cui palmi 78 è la somma dei lati lunghi e palmi 41 dei brevi, scudi 39.88.
456. Per analoghi aggetti che formano i quattro triangoli misti tra i sottarchi e la cornice del «quadro» sia centinati che dritti; per la modanatura e l’ornato del sesto della volta, composto quest’ultimo da motivi floreali, cordoni e mezze lune, terminante all’angolo con «l’orecchiatura» della cornice del quadro con una doppia pigna unite con un cordone e sottostanti a foglie frappate», scudi 24.10.
457. Per analogo aggetto che forma il festone sopra la fascia nel mezzo della cornice del «quadro» e termina alla chiave dei sottarchi, parte intagliato con foglie di lauro parte con altre foglie con quattordici legature, lungo assieme sui due lati lunghi 81 palmi e sui brevi 62, scudi 49.10.
458. Per le due medaglie realizzate al centro dei due lati brevi della cornice del «quadro», bordate con cornicetta modanata e una borchia con le lettere P e X (Pro Cristo) e circondate da un festone, scudi 5.60.
459. Per i rami di palma che nascono dal piede di dette medaglie e le uniscono alla cornice «scherzando» attorno alle stesse, terminanti alle estremità con sei ghiande e semi, scudi 21.47.
460. Per l’ornato del «quadro» fatto a bassorilievo, composto da un triangolo equilatero che rappresenta la «Triade» con festoni di mazzetti di rose legati con fettucce con nel mezzo la croce formata da due barre lisce. Sotto il suddetto triangolo passa un’asta ornata da cornici con diversi fogliami, che sembra sorreggere la camicia della «sacra» religione di Malta, lavorata con le sue maniche e con una croce sovrapposta, terminante con il triregno con le chiavi. Ai piedi di detta asta, si è fatto un ornato a forma di conchiglia con un’iscrizione e una statua dedicate a San Giovanni, protettore della suddetta religione. Dietro la conchiglia, e al di sotto del triangolo, vi è una nave con i suoi rostri e spuntoni mentre agli altri due lati del triangolo sono stati fatti due scudi di figura ovale con bordi arabescati. Il tutto realizzato con verzelle fissate con chiodi al muro e finito in stucco bianco per scudi 204.
461. Per il riporto delle quattro lunette sopra le finestre corrispondenti alla cornice del quadro, scudi 20.55.
462. Per la fascia modanata che riquadra il vano tra le quattro lunette, i sottarchi e la cornice del «quadro» e per il fregio tra fascia e bugna al di sotto delle suddette lunette lungo steso 35 palmi, scudi 50.32.
463. Per l’aggetto che costituisce la fascia modanata che riquadra il fondo della volta che resta tra le quattro lunette «compreso il ricorso attorno la metà della cornice che requadra l’ornato della Torre con Elmi, e Testa di Cherubino; e per altra fascia e bugna ed altri ornati, scudi 68.14.
464. Per l’aggetto della cornice che riquadra due ornati, il primo con la torre, gli elmi e il cherubino, scudi 47.19.
465. Per l’ornato fatto nel fondo della volta, composto da uno scudo «bordato attorno con suo baccello pieno» con nel fondo la torre, sovrastata dall’aquila a due teste incoronata e con ai due lati due elmi ornati rispettivamente da diversi tritoni e pennacchio. Per un altro scudo esagono, ornato intorno con arabeschi, e per la croce che allude all’arma gentilizia del gran priore terminante con cappello pretalizio con i suoi fiocchi e cordoni, il tutto con verzelle fissate al muro con chiodi e finito in stucco bianco, scudi, 35.46.
466. Per l’ornato fatto «nell’altro fondo» della volta, cioè tra il quadro e la facciata della chiesa, composto da uno scudo centinato al capo e in forma esagonale al piede, bordato attorno con festoni e foglie, con al capo di detto scudo una mascherina e una testa di cherubino con doppie ali, il tutto in stucco bianco e largo 9,1/2 palmi e largo 6,5/6, scudi 32.46.
467. Per aver ridotto nella giusta misura sei finestre della volta e per aver rifatti i muri degli archi di cinque finestre, scudi 10.77.
468. Per la realizzazione dell’aggetto modanato intorno alle otto finestre laterali della navata che forma due «orecchiature» intorno alle luci sormontate dallo stemma con la torre bugnata dei Rezzonico, scudi 43.20.
469. Per il «sodo» rustico in mattoni sopra le architravi delle finestre che forma, con due barre di ferro, una croce circondata da fronde, festoni e ghirlande, il tutto stabilito in stucco bianco, scudi 51.60.
470. Per la fascia centinata con cornice realizzata attorno alle otto finestre e relativo zoccolo, scudi 40.40.
471. «Per aver murato un vano di fenestra dalla parte del Rimessone dell’Agrumi», scudi 1.02.
472. «Per la rincocciatura, ricciatura e colla fatta nel fondo della prima fenestra finta verso la Tribuna dalla parte del Rimessone dell’Agrumi, alta p 6,1/2, larga p 5,1/2...», scudi 0.58.
473. Per il tempo di mezza giornata impiegato per montare il ponte del pittore chiamato a dipingere le finte finestre, scudi 3.74.
474. Per il tempo impiegato per sostituire i vetri della «fenestra accanto la Tribuna», scudi 0.30.
475. Per la realizzazione delle otto medaglie sopra il cornicione davanti alle finestre, e per l’assistenza prestata allo scultore Tommaso Righi che ha intagliato le fronde di alloro e i festoni e le ha stabilite con stucco bianco, scudi 135.64.
476. Per il ponte realizzato per consentire allo scultore di intagliare i busti degli apostoli sulle medaglie, scudi 3.54.
477. Per l’aggetto che forma il prospetto del pilastro che raccorda la volta al muro interno della facciata, scudi 12.49.
478. Per l’aggetto con il quale è stata realizzata la fascia modanata che riquadra il muro interno della facciata dove c’è il finestrone circolare, scudi 5.32.
479. Per il muro rifatto intorno al finestrone circolare «lavorato... in forma di arco» la cui circonferenza è di 36 palmi, e realizzato con varie cornici e modanature, scudi 21.38.
480. Per aver messo in opera il telaio della vetrata di 9 palmi di diametro e per la relativa assistenza al vetraio e al pittore, scudi 1.38.
481. Per una giornata di due garzoni spesa per l’assistenza all’imbiancatore, scudi 0.50.
482. Per il cornicione architravato che corre intorno tutti i due lati della navata, modanato e intagliato con un ornato di «foglie d’acqua», scudi 123.80.
483. Per il muro rustico degli zoccoli degli otto pilastri ai due lati della navata legati al muro vecchio e bozzati e stabiliti in stucco bianco, e per il muro dei pilastri scanalati con i capitelli «colle due rivolte» ed altre particolarità, scudi 95.28.
484. «Per il muro rustico delli due Zoccoli sotto li due mezzi pilastri a piede la Navata verso li Archi longo a ciascuno p 2,1/2 alto 3,3/4 grosso con sue legature 1», per il muro simile delle due basi e per la stuccatura in bianco dei suddetti mezzi pilastri, scudi 3.21.
485. Per la realizzazione delle due semicolonne scanalate a lato dell’ingresso principale alte palmi 21,1/6 e con la circonferenza di 5 palmi e relativo collarino e capitello, scudi 43.01.
486. Per la fascia che riquadra le semicolonne e le paraste nella facciata interna della chiesa, lunga complessivamente 43,5/6 palmi, scudi 5.44.
487. Per la cornice del muro di fondo che sostituisce il cordone architravato dei lati, e per il muro sottostante con l’iscrizione composta da 16 lettere, contornata da festoni, al di sopra della porta con fascia modanata, scudi 15.53.
488. Per la fascia che riquadra i due vani che restano tra la porta e le due semicolonne, scudi 6.82.
489. Per lo scavo di terra effettuato per abbassare il piano della chiesa, e aver trasportato la terra nell’orto antistante la piazza della chiesa, scudi 20.51.
490. Per i lavori di sostegno ai ponteggi della navata durante il suddetto scavo, scudi 1.80.
491. Per aver rimosso la lastra tombale con relativa cornice dal sepolcro di Fabrizio Carafa principe della Roccella «qual è nel primo vano verso la Tribuna dalla parte del Rimessone», averla trasportata nel cortile della cisterna dove è stata pulita e quindi riposta in opera con una iscrizione lunga 4,3/4 palmi e alta 2,3/4 , scudi 1.81.
492. Per il muro che forma il basamento dell’urna che è stato risistemato a seguito dei danni subiti durante i lavori, con zoccolo lungo circa 10,3/4 palmi, scudi 12.09.
493. Per aver demolito e ricostruito il muro della seconda nicchia della navata dalla parte del rimessone e relativo arco, scudi 8.26,1/2.
494. Per aver fatto lo zoccolo della suddetta nicchia e un piedistallo sormontato da una croce, scudi 6.25.
495. Per aver rifatto il muro di fondo della terza nicchia della navata sempre partendo dalla tribuna e il relativo arco, scudi 5.98.
496. Per aver realizzato lo zoccolo della suddetta nicchia «o sia sorregimento alla lapide sepolcrale con figura sopra in basso rilievo largo al prospetto verso la Navata della Chiesa p 8,3/4 alto p 4,3/4 grosso 1,1/2», rimossa per la pulitura e ricollocata in opera, scudi 4.29.
497. Per la base «che forma il posamento all’Urna Sepolcrale del Deposito di... Spinello, qual è nel quarto vano cominciando dalla Tribuna», sepolcro rimosso in occasione del rifacimento del muro di fondo e quindi ricollocato, scudi 8.40.
498. Per la posa in opera della lapide di marmo con relativa iscrizione sopra la suddetta urna, lunga 5 piedi e alta 2, e per aver murato il telaio ovale della sovrastante finestra, scudi 1.80.
499. Per aver rifatto il fondo della prima nicchia contiguo alla porta dalla parte del Giardino dei fagiani, scudi 12.49.
500. Per la realizzazione del basamento che sorregge l’urna sepolcrale di Seripando, rimossa durante i lavori per il rifacimento del muro di fondo della nicchia e per aver murato un’iscrizione lunga 5 piedi e alta 2,1/4, scudi 9.70.
501. Per il muro di fondo della seconda nicchia dov’è il «deposito» del cardinal Portocarrero «per crearvi li resalti a lato il fondo di mezzo», scudi 7.60.
502. «Per il muro del masso fatto sotto li gradini aggiunti a piede il deposito suddetto per essersi abbassato il pavimento della Chiesa» e per aver realizzato i detti gradini, scudi 5.08.
503. Per il muro che forma «li due resalti al fondo del Terzo vano» e l’arco soprastante, scudi 5.35.
504. Per il muro ai piedi del suddetto fondo che forma lo zoccolo lungo piedi 7,1/3, scudi 0.77,1/2.
505. «Per il muro che forma sorreggimento del Piedistallo di marmo ov’è la memoria del capo di S. Savino che si è murato in detto terzo vano», e per avervi incassato l’iscrizione commemorativa, scudi 5.97.
506. Per aver rimosso la cornice «e li due cartocci» a lato dell’iscrizione di marmo posta nella quarta nicchia «ov’è il deposito del Gran Maestro Ricciardo Caracciolo» per rifare il muro, per averli di nuovo collocati e aver risistemato l’arma di marmo sovrastante, scudi 2.
507. Per aver realizzato il muro che forma il basamento dell’opera e «muratovi sopra l’Urna Sepolcrale di marmo vacua al di dentro longa p 8,1/2 alta p 2,5/6 grossa p 2,1/2, le due Leonesse a fianco detta che sorreggono l’arme longhe l’una p 3 alte l’una p 1,5/6 grosse l’una p 1, ed il coperchio sopra con figura giacente similmente di marmo», la quale urna è stata prima rimossa per consentire il rifacimento del muro e poi ricollocata, scudi 13.65.
508. «Per l’aggetto de chiodi fissi nel muro bozzato di calce e stabbilito di stucco bianco la gola in forma di braghettone che ricorre con intacca attorno il Serraglio d’un arco sopra li otto vani in detta Navata» con nel mezzo la torre gentilizia dei Rezzonico e ai lati le due rivolte, e altre modanature comprese tra il collarino dei pilastri scanalati e la fascia di cornicione tra le quali «due fondi di Triangolari fra l’arco e pilastri», scudi 46.64.
509. «Per il riporto fatto sotto li otto archi de vani di detta navata a fine di abbassarne la sommità de medemi e ricavarvi l’altezza dell’archivolto» sempre lavorato, scudi 30.36.
510. Per la sistemazione del fondo degli archi delle due nicchie centrali dalla parte del rimessone degli agrumi, scudi 3.75.
511. Per la realizzazione del soffitto voltato delle otto nicchie della navata con relative cornici e modanature, «crescendo essa cimasa nelli fondi che vanno più verso la Tribuna», e per aver realizzato un ornato con «diversi Emblemi della Morte» sopra la porta della chiesa ed altri verso la tribuna, scudi 197.44.
512. Per i lavori di modanatura nell’intradosso delle volte delle otto nicchie in stucco bianco, diverse per le prime due nicchie verso la porta della chiesa, con «emblemi di morte», scudi 123.29.
513. Per l’aggetto che forma «li quattro resaltini che formano membretti accanto li resalti de quattro pilastri in cischeduno dell’otto vani», scudi 43.68.
514. «Per l’abbozzatura di calce, e stabbilitura di stucco bianco dell’otto vivi, che formano resalti accanto li fondi delli quattro vani di mezzo», scudi 3.44.
515. Per l’aggetto che costituisce «li quattro vivi che formano resalti» attorno alle altre quattro nicchie laterali, scudi 5.63.
516. «Per l’aggetto de gretoni bozzato di calce e stabbilito in stucco bianco, la bagna con intacca e fregetto attorno che ricorre dritta ne refondi di mezzo di essa navata alti l’uno p 12,1/3, larghi l’uno p 7,1/3...», scudi 7.18.
517. Per l’abbozzatura e la stabilitura dei fondi delle prime due nicchie verso la tribuna, scudi 0.58.
518. Per la stabilitura e stuccatura della «base dritta che ricorre nelli otto vani... resaltata in 126 luoghi...» e lunga complessivamente con le sue rivolte 278 palmi, scudi 58.83.
519. Per la realizzazione degli scudi ovali che ornano il fondo di alcune nicchie, bordati con cornice diversamente modanata, con ai piedi la croce e decorati con «diverse imprese rappresentanti li Trofei della Morte, che in arco il Triregno Pontificio, nell’altro la Mitra Episcopale e nel terzo la Corona Reale ornata con sue stole e manipoli sorrette da un gruppo di due teste di morte alate, e scherzandovi attorno il fondo di essi scudi due serpi avviticchiati colle corde a piedi li medemi, il tutto ben ricercato, intagliato e terminato». Inoltre, per la realizzazione della conchiglia scanalata al posto dello scudo nella nicchia del cardinale Portocarrero, scudi 121.50.
520. Per il piedistallo in marmo con una croce a mosaico in una nicchia della navata, scudi 2.74.
521. Per lo zoccolo al di sotto della base di marmo del piedistallo «ove è la memoria del Capo di S: Savino», scudi 1.08,1/2.
522. Per la fascia modanata che riquadra gli scudi nelle prime due nicchie verso la tribuna, ovvero quelle dei sepolcri di Caracciolo e Carafa con croci, festoni, medaglie e mascherine, per la «controtarga» delle armi e per la rifinitura degli scudi e della targa, scudi 27.70.
523. Per la cornice modanata realizzata sotto i suddetti ornati nel fondo delle prime due nicchie, che ricorre attorno la lapide di marmo della tomba del cardinale Carafa e «l’altra di marmo al deposito incontro», scudi 4.91.
524. Per il fregio modanato lungo complessivamente 14,1/3 palmi realizzato nei suddetti vani tra le cornici delle lapidi di marmo e quelle «al piano dell’incontro delli archi alli due vani». Inoltre per la stabilitura della «soprabase» del sepolcro del Caracciolo e per lo zoccolo di quello del Carafa, scudi 3.43.
525. Per lo zoccolo delle due urne sepolcrali delle prime due nicchie verso la porta della chiesa, lungo complessivamente 30 palmi, scudi 1.13,1/2.
526. Per il muro rustico delle due mensole a forma di balaustra che sono sopra il sepolcro di Baldassarre Spinelli dove c’è la finestra, e per le fiancate delle mensole con la loro fascia a voluta con intagliate al piede le rose. Inoltre per la cornice modanata attorno all’iscrizione, scudi 6.49.
527. Per la realizzazione della «controtarga» dell’arma di marmo della prima nicchia verso il Giardino dei fagiani, «contornata alli lati con suoi cartocci», festoni di alloro, borchie e fettuccia, scudi 8.50.
528. Per la cornice realizzata attorno al suddetto festone, lunga con le sue due «rivolte» palmi 4, e ornata al di sopra con un teschio sorretto da due ossa, scudi 1.21,1/2.
529. Per l’ornato attorno la suddetta «controtarga», composto da due scudi con una cornicetta intagliata e al di sotto di essi da rostri di nave e immagine della morte, scudi 16.30.
530. Per l’ornato di un’altra nicchia formato da un rostro di nave con testa di cane che sorregge una torre e con ai lati due timoni intagliati con diverse fasce e arabeschi, scudi 10.50.
531. Per la lavorazione del muro sotto i tre gradini che portano dalla navata alla zona absidale e per la posa in opera dei tre gradini di travertino, trasportati con «bilancino» dalla piazza antistante la chiesa, scudi 10.36.
532. Per l’ammattonato a quadri del pavimento della navata, realizzato con una guida posta davanti agli zoccoli dei pilastri di fondo, una ai gradini di accesso all’abside fatta a spina di pesce ed un’altra davanti ai pilastri delle nicchie. Tra le descritte guide, tutto il pavimento è realizzato «a quadrotti a spina di pesce con triangoli all’estremità», scudi 168.51.
533. Per la muratura in gesso di 14 «codette di ferro» che fermano i «seditoi» di legno e per aver messo in opera «la Tazza di Affricano dell’acqua benedetta con suo piede» e fissati quattro fermi affinché la porta della chiesa aprendosi non vada a sbattere contro gli stucchi, scudi 1.60.

Lavori fatti al Palazzino contiguo la Chiesa
534. Per il tempo di una giornata e mezza di garzone impiegata per assistere lo stagnaro che ha messo il nuovo canale di gronda al tetto, composto di 16 canali murati e 23 bocchette. Per aver inoltre sistemato il colmo angolare del tetto dove sono state murate 10 nuove «tevole», e «avendo in principio che fu fatto il ristauro della Chiesa e Palazzino similmenti rimediato a diversi danni a detto tetto impiegato: un di tempo un terzo di giornata di Maestro e Garzone» e relativo materiale, ed infine per aver assistito il falegname nella sistemazione del solaio sopra il salone, scudi 2.27.
535. Per aver murato due «gangani» alla porta che immette al loggiato scoperto sopra il tetto e similmente due «occhietti» uno alla porta e l’altro alla finestra attraverso la quale si esce al tetto sotto la suddetta loggia, scudi 2.81.
536. Per diversi rappezzi, «spicconatura, ricciatura e collatura» ai muri del piano in cima alla scala a lumaca e per la stuccatura con gesso e calce bianca di alcuni scalini; infine per aver murato sei «occhietti» che reggono la corda di appoggio di detta scala e il telaio della finestra e di altri finestri attorno alla stessa, scudi 2.57.
537. Per la posa in opera di due telai arcuati alle finestre del salone, una che guarda verso il Tevere e l’altra verso il cortile della cisterna, alti 13,3/4 palmi e larghi 7,1/4 ed un terzo che guarda verso il giardino dei fagiani e relativi ponteggi, scudi 4.35,1/2.
538. Per 261 palmi di stuccatura con gesso e calce bianca eseguita attorno ai «telaroni» vecchi dei finestroni del salone e sistemato le crepature dei parapetti ed assistenza «al Banderano che ha posto in opera le bandinelle a detti fenestroni», scudi 2.30.
539. Per aver sistemato una crepatura al cornicione per la quale si è dovuto scoperchiare il tetto verso la gronda dalla parte del Giardino dei fagiani, scudi 0.54.
540. Per aver stuccato il telaio della finestra dello stanzino sotto la loggetta scoperta verso il cortile della cisterna  e murato con gesso due «codette», scudi 0.28.
541. Per aver scalzato e inzeppato una crepatura nel corridoio, scudi 0.39,1/2.
542. Per la posa in opera del telaio del finestrone della stanza d’angolo del primo appartamento verso il Giardino dei fagiani e stuccatura di crepature nella stessa, scudi 1.41.
543. Per aver inzeppato una crepatura nella stanza di mezzo del suddetto appartamento, scudi 0.15.
544. Per la messa in opera del nuovo telaio alla finestra verso il giardino nella stanza d’angolo accanto alla scala, e per aver inzeppato alcune crepature al parapetto e sistemato il battente, scudi 1.49.
545. Per aver realizzato nella suddetta stanza una nicchia dove è stato collocato il busto di papa Clemente XIII, scudi 0.62.
546. Per la spicconatura fatta al muro dove è stata realizzata la suddetta nicchia alta 12 e larga 7,1/2 palmi. Inoltre, per la realizzazione di una lapide sotto la nicchia, con vari aggetti, cornici e un ornato con un triregno sormontato da chiavi e circondato da una stola decorata con stelle, circondato il tutto da fogliame, cordoni e conchiglie intagliate , scudi 11.76.
547. Per l’aggetto di «gretoni» bozzato e stabilito con calce e stucco bianco, fissato con dei chiodi al muro che forma la cornice di detto ornato e lavori alla nicchia realizzata a «spicchi di melone», scudi 6.19,1/2.
548. Per la messa in opera della testa in marmo del papa con suo pieduccio, fissata con una spranga murata in gesso, quindi tolta nuovamente la testa per far posto prima al busto e di nuovo ricollocata, scudi 1.42,1/2.
549. Per la realizzazione della cornice modanata attorno al piede del busto, scudi 2.14.
550. Per la realizzazione del pianuccio e della cornice che ricorrono attorno alla lapide e per aver stabilito con stucco bianco l’ornato della lapide composto dalla torre gentilizia con un’aquila bicipite ai suoi piedi, circondata di fogliame, fettuccie e borchie, scudi 9.09.
551. Per il ponte «di piane sopra due cavalletti» realizzato per fare le lettere e la doratura dell’iscrizione, scudi 0.45.
552. Per la messa in opera del telaio della finestra del vano scala davanti al primo appartamento con relativo battente e per aver sistemato gli spigoli e le crepature con gesso e calce, scudi 1.60.
553. Per lavori alla spalletta del vano della porta ai piedi della scala, per aver sistemato una fodera muraria nel corridoio accanto e per aver tagliato il muro della spalletta per inserirvi uno stipite di marmo con aumento degli spigoli, infine per aver spicconato, «ricciato» e «incollato» vari pezzi di muro intorno, scudi 5.78.
554. Per aver fatto 15 palmi di stuccatura con gesso e calce bianca attorno al telaio della finestra del suddetto corridoio che guarda verso il Giardino dei fagiani e per aver inzeppato altre crepature, scudi 2.02,1/2.
555. Per diverse stuccature nella «stanza di mezzo» del piano terreno e per il supporto al lavoro del pittore, scudi 0.30.
556. Per aver rinnovato gli spigoli della porta della stanza d’angolo del piano terreno che immette nel giardino e di quella che immette nella stanza accanto, per aver stuccato gli scalini di detta porta, rifatto il muro per impedire la penetrazione del salnitro, stuccata la porta, il camino e vari buchi della stanza che immette inoltre ai sotterranei, scudi 3.41.
557. Per il taglio del muro del camino al fine di formarvi un guscio per il nuovo ornato, scudi 0.50.
558. Per il rifacimento della struttura del camino con cornici variamente modanate e stabilite in stucco bianco, scudi 5.20.
559. Per l’aggetto bozzato in calce e stabilito con stucco bianco che forma lo zoccolo del camino e per aver fatto nel mezzo dell’architrave un ornato con l’aquila bicipite con una conchiglia che forma il fondo ornata al piede «con i suoi cartocci» lunga 2,1/4 palmi alta 1 ed aggettante al massimo mezzo palmo, armata con chiodi e stabilito con stucco bianco, scudi 3.25.
560. Per aver spicconato il muro sovrastante il sud detto camino per realizzare l’ornato attorno allo specchio alto 10 palmi e largo 8. L’ornato consiste in una borchia da cui cade una fettuccia a cui si finge sia attaccato lo specchio e in una torre, stemma gentilizio dei Rezzonico, per ciascun lato dello specchio, il tutto in stucco bianco, scudi 3.56.
561. Per la bozzatura in calce e stabilitura in stucco bianco dei due pilastri ai lati dello specchio, scudi 1.20.
562. Per il tempo di una giornata di maestro impiegata con il falegname per mettere in opera la cornice dello specchio e quindi rimuoverla dopo averne valutato l’effetto e quindi ricollocata dopo aver fatto i buchi nel muro per fissarla con otto madri viti di ferro. Inoltre, per mezza giornata di due garzoni passata per montare e smontare il ponte per l’indoratore dello specchio, scudi 1.59.

Lavori fatti ov’è la Guardarobba ed altra abitazione casa contigua alla Chiesa
563. Per i nuovi muri realizzati per rialzare l’abitazione immediatamente contigua alla destra della facciata della chiesa dopo aver rimosso il tetto; per il muro rifatto contro lo «stallone»; per il muro rialzato sopra la stanza della volta e tra questa e quella dove è stato realizzato il lucernario, e poi tra quest’ultima e l’angolo verso la piazza, scudi 24.72.
564. Per aver murato un nuovo «cantonale» e aver murato gli arcarecci del tetto, scudi 3.78.
565. Per il tetto rimosso e ricollocato in opera «della Guardarobba» e delle stanze contigue con «legnami nuovi tevole e canali tutti vecchi e pianelle vecchie», scudi 45.65.
566. Per il cantonale del tetto realizzato con tegole nuove e calce e altre più modeste sistemazioni al tetto dalla parte del cortile della cisterna, scudi 3.71.
567. Per aver spicconato e incollato i muri intorno alle cimase dei camini, scudi 1.12,1/2.
568. Per il muro del lucernario realizzato sopra il suddetto tetto anche per accedervi, i cui due muri laterali con le relative testate risultano lunghi 5,1/4 palmi e alti 5, e per aver realizzato i telai e risistemate le circostanti pianelle del tetto, scudi 4.36,1/2.
569. Per la spicconatura del muro vecchio e la realizzazione di nuove spallette nella soffita sopra cui è stato realizzato il lucernario, scudi 1.64.
570. Per aver pulito la soffitta sopra il guardaroba ed aver aperto una nuova finestra per dare luce alle soffitte, scudi 2.61.
571. Per aver rimosso e nuovamente collocato in opera il tetto che copre la scala e lo stanzino accanto al guardaroba utilizzando settanta pianelle e rifacendo i canali nuovi, scudi 8.15.
572. Per aver collocato candele, arcarecci e strutture per la realizzazione dei ponteggi serviti per i suddetti lavori, scudi 2.29.
573. Per «l’aggetto bozzato e stabilito di calce» che costituisce il cornicione della suddetta abitazione verso il cortile della cisterna, scudi 9.35.
574. Per il muro realizzato dietro l’aggetto del cornicione suddetto e murato ad esso con 15 ferri il canale di gronda, scudi 4.45.
575. Per aver sistemato la «chiavichetta» rotta per piantare le «candele» nel terreno, 0.60.
576. Per i ponteggi realizzati per effettuare la stabilitura della facciata del guardaroba dov’è il portone del rimessone degli agrumi accanto alla facciata laterale della chiesa, scudi 4.14.
577. Per l’aggetto di gretoni bozzato di calce che ricorre sotto la gronda del tetto e quella al piede che ricorre sul lato e all’angolo con l’ingresso del giardino, scudi 4.64.
578. Per aver spianato anche con una ruota metallica le sporgenze e le «commessure» di calce attorno alla porta del rimessone degli agrumi, scudi 0.47.
579. Per la ricciatura eseguita sul prospetto della facciata del rimessone degli agrumi, scudi 1.90.
580. Per aver pulito la porzione del tetto del guardaroba verso la piazza e collocato il canale di latta addossandolo al muro superiore della chiesa, scudi 3.03.

Lavori fatti nel Rimessone degli Agrumi
581. Per aver sigillato con scaglie e gesso alcune fessure sopra l’arco della porta verso la piazza ed altre verso la chiesa, ed aver «spicconato», «picchiato» e «ricciato» alcuni muri, scudi 3.44.
582. Per l’«accavallatura» al pilastro accostato al muro della chiesa che sorregge l’arco che divide il rimessone dall’abitazione addossata alla chiesa, scudi 4.76.
583. Per il nuovo muro realizzato all’estremità del suddetto pilastro, dopo aver puntellato la trave del solaio, scudi 4.09.
584. Per aver murato una crepatura nel muro del pilastro che va dal portone del rimessone verso l’ingresso del giardino, scudi 1.46.
585. Per aver «scalzato» e «rinzeppato» con scaglie di mattoni e gesso due crepature sopra i pilastri accanto ai muri che sorreggono il suddetto arco e rincollato un frammento di muro dalla parte della porticella della chiesa, scudi 1.11.
586. Per diversi rappezzi al muro verso l’ingresso del giardino e rinzeppato diverse crepature sopra l’arco della finestra, scudi 0.71,1/2.
587. Per aver «scalzato» diverse crepature nella volta e nelle lunette del rimessone, per fodere di muro realizzate nel «pieduccio» della crociera, per aver rifatto una parte della volta «il tutto fatto con incommodo sopra la scala», scudi 5.43.
588. Per aver rinzeppate con scaglie di mattoni e stuccate con gesso alcune crepature nella suddetta volta, sopra gli archi di porte e finestre e parapetti e per aver «ripresi» alcuni pezzi di muro che avevano patito, e per aver spicconato, «picchiato», «ricciato» e «incollato» alcuni muri sotto la volta, scudi 6.83.
589. Per aver trasportato una credenza e una predella dalla sacrestia e una altra credenza dal palazzo tutte nel rimessone, scudi 0.25.
590. Per la sistemazione delle spallette del portone del rimessone, scudi 0.27, 1/2.

Stanzino terreno, accanto la scalalumaca verso il Giardinetto
591. Per il telaio del finestrino e relativa stuccatura attorno, scudi 0.16.

Stanzino terreno accanto la scala lumaca verso la Tribuna
592. Per aver murato otto buchi nel suddetto stanzino, scudi, 0.68.

Scalalumaca che sale alle stanze della Guardarobba
593. Per aver sigillato con scaglie e gesso una fessurazione nel muro e nella volta di detta scala, scudi 0.10.

Lavori fatti nella prima stanza in volta della Guardarobba accanto la Scalalumaca
594. Per aver rimosso il vecchio telaio del «credenzino a muro» di detta stanza, rifacendo l’incasso, avendo spicconato e ricciato la parte di muro interessata, scudi 0.73,1/2.
595. Per un pezzo di «ammattonato ordinario» sistemato accanto al canale della corda della campanella, scudi 0.81.
596. Per aver scalzato diverse «crepature» nei muri di detta stanza rimurate con «tevolozze» inzeppate di calce, murati alcuni buchi nel muro e nella volta, spicconatura e «ricciatura» dei muri, con stuccature in gesso e calce bianca di tutti i buchi, scudi 2.42.

Corridore accanto la suddetta stanza in volta
597. Per aver tagliato l’aggetto del cornicione rustico della chiesa posto sotto il tetto che copre il detto corridoio e per i ponteggi realizzati per tale operazione, scudi 1.43.

Prima stanzina accanto al corridore e stanza grande in volta
598. Per aver scalzato e rinzeppato con scaglie e gesso diverse crepature nel muro di questa prima stanzina, scudi 2.09.

Seconda stanziola accanto la suddetta in cui è il cammino
599. Per aver scalzato diverse crepature nei muri della detta stanza accanto alla porta e alla finestra ed altre presso il camino, scudi 2.14.
600. Per aver murato cinque testate delle armature di legno nel soffitto di detta stanza, stuccate con gesso e carta bianca ed altre 14 simili attorno al telaio del camino, e per aver fatto un battente alla spalletta della finestra, scudi 1.33.

Stanza di cantone che resta verso la Piazza della Chiesa
601.  Per la messa in opera del nuovo telaio della finestra verso lo stallone fermato con quattro codette murate in gesso, scudi, 0.71.
602. Per mezza giornata di garzone per l’assistenza allo stagnaro che ha realizzato un cannone di latta per portare l’acqua a scolare nel cantonale del tetto, scudi 0.32,1/2.

Lavori fatti nel Cortile ov’è la Cisterna
603. Per aver fatto diversi pezzi alla cimasa sopra i pilastri di detto cortile e rifatti due pezzi di selciato davanti all’ingresso del giardino, scudi 1.86.
604. Per due pezzi di muro spicconati, «ricciati» e «incollati» accanto alla cisterna e per lavori all’architrave della finestra sopra il passaggio che immette al sotterraneo, scudi 0.78.
605. Per il tempo di una giornata di due garzoni servito per calare lo stagnaro nel bottino vicino alla finestra e farlo piombare, scudi 0.12,1/2.

Lavori fatti nell’Abbitazione del Giardiniere, Stalla, Rimessa delle Store, Cortiletto, giardinetto accanto ad altro giardino
606. Per la spicconatura, «ricciatura», «collatura» e fratazzatura del muro esterno dal pilastro all’ingresso del giardino sino al parapetto della scala di detta abitazione, per aver murato un vano di finestra della stalla e riprese accanto due fodere di muro e aver eseguito delle nuove riboccature, scudi 11.37.
607. Per l’aggetto collocato sotto il tetto dell’abitazione suddetta e per aver murato una finestra della stalla dopo aver rimosso il telaio di legno, ed aver «ripreso» delle fodere murarie, scudi 8.11,1/2.
608. Per aver rimosso il telaio della finestra che dalla rimessa sale al palchetto della stalla per ristringere il suddetto vano, ed aver murato la suddetta finestra con dieci mattoni ed aver rifatto le spallette, scudi 2.87,1/2.
609. Per aver rimosso il telaio di una finestra  della stanza suddetta ed averla murata, ed aver rifatto il muro delle sue spalle, scudi 2.47, 1/2.
610. Per l’aggetto attorno ai tre vani delle finestre della stanza del giardiniere, e per l’allestimento dei ponteggi lunghi sino a 100 palmi per realizzare la stabilitura del muro della stessa abitazione, scudi 8.
611. Per la spicconatura, ricciatura, «collatura» e frattazzatura del muro sopra cui è il parapetto dove c’è la scala dell’abitazione del giardiniere, scudi 1.30.
612. «Per il muro rialzato sopra il vecchio che racchiude il cortiletto accanto longo al prospetto verso la Piazza, compresevi le legature nel muro verso la Scale la testata alla rivolta verso il Vicolo» lungo palmi 30 e alto circa 4,1/2 con  un «cappello» di copertura, e per l’allestimento dei ponteggi necessari ai suddetti lavori, scudi 8.11.
613. Per la spicconatura, «rabboccatura», «ricciatura», «collatura» e «fratazzatura» del muro esterno che recinge il cortiletto che immette alla piazza antistante la chiesa, lungo palmi 30 e alto palmi 18, e per i relativi ponteggi per la realizzazione, scudi 9.30.
614. Per aver rialzato il muro suddetto, scudi 2.04.
615. Per rappezzi fatti al muro ai piedi della scala, accanto al finestrino dello stanzino e per aver risistemato i battenti della porta del cortiletto, murata una crepatura dell’arco di detta porta e sistemata la «chiavichetta» che si era rotta, scudi 0.95.
616. Per la spicconatura e «ricciatura» fatta alle spallette dello stanzino tra il cortiletto e il giardinetto, scudi 0.16.
617. Per aver rimosso i due vecchi telai delle finestre della stalla rivolte verso il giardino e sostituiti con due nuovi, rimurati e stuccati con calce bianca, scudi 2.
618. Per alcuni rappezzamenti del selciato di detta stalla, risistemati con della calce e per aver spurgato due «bottini» delle «chiavichette», scudi 2.03.
619. Per aver murato «tre pezzi di piana al ciglio degli scalini della Scaletta accanto la rimessa delle Store» lunghi ciascuno 5 palmi, realizzati i buchi per fissarli ed altri buchi negli stipiti della porta della rimessa dove sono stati murati due sassi a forma di pan di zucca «a guardia di detti stipiti», scudi 1.17.
620. Per aver murato la bocca di un camino piena di calcinacci nell’abitazione del giardiniere accanto alla scala coperta e riammattonato il soffitto di detta stanza, scudi 2.39,1/2.
621. Per aver aperto una finestra verso il giardino nella stanza di mezzo contigua alla suddetta, con relativa posa in opera di un telaio alto 6 palmi e largo 3,3/4, e per aver realizzato le spallette e murato alla bocca del camino una soglia di travertino proveniente «da parapetto della fenestra del coretto della Tribuna della Chiesa longa p. 6,1/4...», scudi 1.05,1/2.
622. Per aver stuccato e ricciato vari pezzi di muro della terza stanza della suddetta abitazione, scudi 0.74.
623. Per aver sistemato alcuni danni al tetto dell’abitazione del giardiniere e per aver murato 5 tegole sopra il colmo, 10 bocchette e 16 testate dei canali, scudi 0.41.
624. Per aver rivoltato e pulito il tetto dell’abitazione del giardiniere lungo 102 palmi e largo 47 con due falde, e rifatta la porzione di tetto che riceve lo stillicidio del tetto superiore, scudi 5.07,1/2.
625. Per la muratura di un «gangano» al vano della porta dell’abitazione, scudi 0.05.
626. Per i lavori realizzati per installare un cancello tra il cortile della cisterna e il giardino, fissato al muro con spranghe di ferro, scudi 1.81,1/2.
627. Per aver murato con gesso 4 «gangani» per la posa in opera del cancello suddetto, scudi 0.24.
628. Per l’assistenza servita allo Stagnaro per scoprire il danno al condotto che porta l’acqua in giardino e per aver fornito assistenza al «pittore» incaricato di dipingere con colori ad olio «i vasi sopra lo stanzino del trucco nel Giardino grande», scudi 0.57,1/2.
629. Per aver rimosso e ricollocato in opera i conci di peperino che formano la base sopra cui sono collocati i nove vasi che coronano i pilastri del giardino e data della calce lungo i muri del giardino, scudi 2.19.
630. Per aver stuccato con colla alcuni scalini della doppia scala che dal giardino grande scende al giardinetto del berçò e per aver sistemato con dei ferri l’uccelliera di questo giardino, scudi 0.90.
631. Per l’assistenza prestata allo stagnaro che ha riparato alcuni danni al condotto dell’acqua del giardino e per aver murato in calce e stagno due legature dello stesso condotto, scudi 0.74.

Ornato fatto al Portone dell’ingresso principale del Giardino
632. Per i ponti realizzati per spicconare il muro del vecchio portale d’ingresso al giardino, realizzato appoggiandosi su quattro «candele» di «travicelloni» alte circa 30 palmi con tre file di traversoni «chiodati alle sudette candele con 12 gattelloni», e spicconato tutto il vecchio prospetto lungo 80 palmi e alto 32, scudi 14.32.
633. Per il taglio fatto ai piedi di detto portale dalla parte esterna per potervi inserire il basamento di travertino lungo 80 palmi, alto 3,3/4 e profondo 1. Inoltre per aver murato gli zoccoli di travertino ai piedi dei quattro pilastri lunghi ciascuno 6,1/6 palmi e quattro basi lunghe 6 palmi murate sopra i suddetti zoccoli. Similmente murati gli zoccoli dove c’è il vano del portale e sotto le quattro finestre, scudi 12.31.
634. Per il muro della fondazione eseguito nel vano del portone e relativa asportazione del terreno, scudi 1.54.
635. Per la realizzazione del frontespizio del portale lungo 25,1/2 palmi e alto e grosso 4 sopra il piano del cornicione, e per il muro ai lati del frontespizio, le cui due bande sono lunghe complessivamente 65 palmi, alte 1,3/4 e grosse 2,1/2, scudi 13.59,1/2.
636. Per l’ammattonato arrotondato e stagnato che forma la cornice del frontespizio e dello zoccolo sopra il suddetto portale, scudi 14.92,1/2.
637. Per aver istallato una «antenna» nel giardino servita per il sollevamento e la posa in opera degli zoccoli di travertino, dei vasi e delle palle decorative. Per la posa in opera di cinque vasi in terracotta alti circa 5 palmi, riempiti a metà di gretoni e con i coperchi stuccati e i finimenti realizzati in calce, e per le quattro palle alte palmi 2,1/3, e per aver trasportato più volte uno scalone di servizio per pitturare ad olio vasi e palle suddette, scudi 7.90.
638. Per un pezzo di travertino riusato per fare degli zoccoli, scudi 0.47.
639. Per il ponteggio allestito verso il giardino per realizzare il frontespizio e gli zoccoli, con mozziconi inzeppati nel muro e due candele piantate per sostenere il tettuccio del frontespizio, scudi 3.91.
640. Per l’aggetto di tavoloni che forma la cornice del frontespizio modinata con pianuccio, gola dritta, tacca, ovulo, gocciolatoio, gola rovescia, tondino e doppia fascia, scudi 8.80.
641. Per il muro del guscio che forma il «cappello» sopra il cornicione del portone bozzato e stabilito di calce e zoccolo di rifinitura sopra il portone, scudi 16.79.
642. Per l’aggetto di mattoni e «tevoloni del Priorato» che forma la cornice inferiore del timpano e quello dei due modiglioni corrispondenti ai pilastri, scudi 8.84.
643. Per la realizzazione della restante parte del cornicione del frontespizio ai due lati del portale, con le due rivolte alle rispettive testate del muro del prospetto lungo 75,1/2 palmi, modanato come quello precedentemente descritto, e per la realizzazione dei quattro modiglioni di facciata e dei due dei pilastri, scudi 35.51.
644. Per il muro rustico che sporge dagli otto modiglioni e la realizzazione dei cinque «limoni» sottostanti ciascun modiglione retti con chiodi fissi nel muro e anch’essi stabiliti in stucco bianco, scudi 13.90.
645. Per l’aggetto della cornice che riquadra i quattro pilastri, modinati con fascia, gola rovescia ed una tacca. Per l’aggetto con il quale si sono realizzate le croci di Malta, il cappio con borchia e fettuccia, scudi 28.16.
646. Per le «rivolte» dei quattro pilastri, scudi 1.19.
647. Per aver risistemato le fodere murarie dei due pilastri alla destra del portone, «ricocciate» con cocci di «gretoni», scudi 11.24.
648. Per l’aggetto che forma la cornice che riquadra sopra l’arco del portone e i due muri laterali e per la realizzazione dell’intradosso dell’arco con l’uso di centine. Inoltre, per aver bozzato di calce il muro sopra l’arco dove è stato realizzato il bassorilievo lungo palmi 11,5/6 e alto 5, scudi 7.34.
649. Per l’aggetto di mattoni rivestito di stucco bianco, armato con verzelle fissate nel muro con chiodi, che forma il trofeo navale e militare nel muro sopra il portone, composto di una nave con sirene e con forme di tre spade alla prora, con nel mezzo una croce e sopra un elmo in forte rilievo ornato attorno da due animali rampanti e sfinge nel mezzo che sorregge un cimiero, con ai lati bandiere, armi e scudi bordati attorno con festoni e ai lati del descritto trofeo due scudi con sciabola, accetta ed altre armi, in uno dei quali è rappresentata la torre gentilizia dei Rezzonico e nell’altro diversi intagli e festoni, scudi 64.15.
650. Per l’assistenza allo stagnaro per la copertura a piombo del pennacchio e dell’elmo e per la stuccatura degli spigoli, scudi 1.52 (n.d.r., costo determinato dalla somma del consuntivo del foglio confrontata con quella del foglio precedente).
651. Per la realizzazione dell’intonaco dei due schermi murari ai lati del portone, ove sono le «finestre finte», scudi 2.45.
652. Per l’aggetto che forma la cornice dritta che riquadra i bassorilievi dei due trofei, scudi 5.52,1/2.
653. Per la realizzazione in stucco bianco dei due trofei militari e navali collocati negli spazi circoscritti dal suddetto cornicione, con nel mezzo un’aquila a due teste incoronata. Nella restante parte del fregio, in quello dalla parte di Sant’Alessio, un cannone, lance ed altre armi collocate sopra uno scudo con simbolo gentilizio con un libro e la torre e, dall’altra parte, altri scudi, trombe e sciabole similmente ornate. Il trofeo simmetrico dall’altra parte del portone presenta un’aquila bicipite al centro ornata con due scudi, frecce e scudi attorno ai quali si avvolge un serpente. Alle estremità un moschetto e una sciabola circondate da un festone terminante con un elmo, un timone ed un’ancora, il tutto terminante con la torre dell’arma gentilizia dei Rezzonico, il tutto per scudi 114.30.
654. «Per l’aggetto di gretoni retti da chiodi fissi nel muro bozzato e stabbilito di calce la mostra liscia che ricorre attorno una fenestra finta in detto fondo stesa p 35 di faccia p 1,1/4 di aggetto p 7/14», operazione ripetuta per le quattro finestre, scudi 18.56.
655. Per la «cartella» che forma l’ornato sopra le quattro finestre, costituito da una croce realizzata con due barre lisce, e per la cornice sopra che fa da capitello sporgente 1/3 di palmo, scudi 26.26.
656. «Per l’abbozzatura e stabilitura di calce sopra la grossezza delle spallette ed altro attorno la luce» delle quattro finestre cieche e per lavori al sottostante «sodo» anche dei pilastri, scudi 10.48.
657. Per la selciatura di «quadrucci» di calce realizzata davanti al portone lunga circa 84 palmi e larga 7, e per aver murato una colonna all’angolo verso il monastero di Sant’Alessio, scudi 31.37.
658. Per aver pulito il tetto che copre la porta di accesso al contiguo giardino di Sant’Alessio e muratovi 17 canali, scudi 2.19.
659. Per aver murato due «colonnelle di guardia» in travertino davanti al portone del giardino alte circa 6 palmi, scudi 2.92.

Stabbilitura del muro del recinto del giardino dalla parte posteriore del Portone principale di detto sin’ alla rivolta verso la Chiesa
660. Per aver stabilito il muro vicino all’angolo «alla rivolta verso la Chiesa per cavarvi un pezzo di cornicione antico di marmo salino» poi trasportato in piazza con l’aiuto di un argano, scudi 13.55.
661. Per il muro di fondazione realizzato sotto il nuovo muro lungo 12 palmi ed alto 5 «che fa resalto dietro la prospettiva del Giardino», e per il muro simile «andante dalla parte verso il Portone, ove il vecchio era sgrottato longo p 6 alto 5,1/2 grosso p 2», riempito a mano con pietre, e per gli altri frammenti di muro realizzati in modo analogo che completano la recinzione verso la piazza, scudi 14.51.
662. Per il muro di fondazione addossato alle vecchie fondamenta che erano «sgrottate» e «patite» realizzato accanto al portale, avendo eseguito il relativo scavo, ed altre lavori di risistemazione alle fodere murarie intorno al portale dalla parte interna, scudi 7.19.
663. Per il muro di fondazione addossato alle vecchie fondamenta, realizzato tra il portale e l’angolo del muro che svolta verso la chiesa per una lunghezza complessiva di 80 palmi, e per muri di resalto di varie dimensioni, scudi 13.32,1/2.
664. Per la costruzione del muro di recinzione compreso tra il portale e l’angolo del muro che svolta verso la chiesa, alto 3,3/4 palmi da dove si è realizzato il «resalto del sodo», con relativi ponteggi, scudi 23.05,1/2.
665. Per l’aggetto di mattoni bozzato di calce che costituisce la cornice superiore del suddetto muro, lungo, come il muro, più di 180 palmi, «fatto con incommodo sopra una scala», scudi 22.70.
666. Per la realizzazione dei «resalti» sulla facciata del portale rivolta al giardino e sui pilastri e dello zoccolo, scudi 3.20.
667. Per la realizzazione dell’aggetto e dell’ornato sulla facciata del portale rivolta al giardino, costituita da due «cartocci» e «cocchiglia» che pende dai «rivolti» dei «cartocci», sopra la quale figura la torre bugnata stemma dei Rezzonico sormontata dalla mezza luna, scudi 5.09.
668. Per la stabilitura del muro tra i «resalti» dei pilastri e per la posa in opera ai suoi piedi di uno zoccolo, scudi 21.95.
669. Per aver murato e stuccato sei pezzi di travertino a forma di pan di zucchero all’angolo dei «resalti» dei due pilastri ed un altro sempre nella parte del portale rivolta al giardino, scudi 3.40.
670. Per il selciato in calce realizzato attorno alla colonna di guardia collocata sull’angolo dove il muro svolta verso il piazzale della chiesa, scudi 0.70.

Stabbilitura del muro del recinto del Giardino sudetto da dove unisce col nuovo il Cortile accanto l’abitazione del Giardiniere sia all’angolo della rivolta verso il Portone principale di detto
671. «Per la spicconatura, raboccatura, ricciatura, colla, frattazzata sopra detto muro» che unisce il pilastro d’angolo della recinzione del giardino con il muro del cortile, lungo 207,1/2 palmi, scudi 21.41.
672. Per lavori al «cappello» di detto muro, la realizzazione del doppio «dado» sottostante, per aver rimosso una vecchia palla in terra cotta e sostituita con una nuova di 2 palmi di diametro, ed aver «rincocciato» 14 buchi ritrovati in detto muro e ripreso un pezzo di muro di fondazione verso l’abitazione del giardiniere per innalzare il muro al piano del terreno, scudi 7,98.
673. Per aver piantato 14 «candele» di pianelle alte ciascuna circa 15 palmi che sorreggono il ponteggio di «piane» poste sopra i mozziconi realizzato per stabilire il suddetto muro, scudi 6.26.

Recinto della Piazza fatto di nuovo avanti l’ingresso principale del Giardino
674. Per il muro di fondazione fatto sotto il muro del suddetto recinto con diverse partite, partendo dall’angolo verso il vicolo che scende a Testaccio, in tutti i punti «fatto di pietra concavo di terra spianata accanto detto cavo dalla parte dell’Orto lavorato quasi tutto a mano a caggione delle molte spallature fatte dalla terra laterale detto cavo che è convenuta cavare dal fondamento, e doppo rigettarla p empire esse spallature», scudi 144.12.
675. Per la costruzione del muro di recinzione della nuova piazza innalzato sopra il descritto fondamento, lungo 171,1/4 palmi nella parte di fronte al giardino e nella la testata laterale, per la realizzazione dei «resalti» dei pilastri cantonali e dei due aggetti dove sono gli ornati con guglie, alti circa 12 palmi. Aggetto analogo nella testata laterale ove c’è l’iscrizione, ed altro ornato a metà del prospetto principale e costruzione delle testate di muro tra i suddetti ornati, scudi 143.14.
676. Per lo scavo realizzato per la costruzione del muro suddetto, scudi 1.91.
677. Per la parte più alta di detto muro, che s’innalza al di sopra del descritto muro di pietra sin al di sopra del «dado» ed altri interventi di rifinitura sempre al muro della piazza, scudi 44.90.
678. Per il muro che s’innalza ancora sopra il suddetto dove sono collocati i due trofei del prospetto e quello della testata laterale, scudi 33.42.
679. Per l’aggetto di mattoni e «tevoloni», bozzato e stabilito di calce che forma il timpano centinato che fa da cornice ai trofei e alle iscrizioni, modinato con gola dritta, «refesso», tondino, tacca, soffitto, tacca, «refesso», gola rovescia, tacca, guscio, scudi 13.54,1/2.
680. Per l’aggetto di mattoni e cocce, armato con verzelle e fissato con chiodi nel muro, bozzato e stabilito in stucco bianco che forma l’ornato dei timpani sopra i trofei e le iscrizioni, composto da due cornucopie lavorate in pelle con del fogliame legate con fettuccia in mezzo alle quali risalta la torre bugnata, intagliata con portoncino e finestra, sormontata dalla mezza luna, il tutto alto al massimo 2,3/4 palmi, scudi 30.60.
681. Per il tempo di un quarto di giornata durante il quale due garzoni hanno collocato sopra il muro della piazza tutti i vasi e le palle decorativi per mostrare l’insieme al priore, ed averli successivamente riportati in giardino, scudi 0.57.
682. Per l’ammattonato di mattoni realizzato sopra i tre frontespizi dell’ornato, centinato e in piano ai lati di essi, sopra cui sono stati messi in opera un vaso di terra cotta, con pieduccio e parte del corpo murata di calce, alto 5,1/4 palmi in tutto e, ai lati, le due palle alte 2,1/2 palmi, scudi 23.40.
683. «Per l’aggetto de mattoni, tevole e pianelle bozzatura e stabbilitura di calce» che forma la cornice dritta sotto uno dei suddetti frontespizi, modanata «con intacca tondino, altra intacca gocciolatore con goccia e soffitto, intacca e refesso gola roversa, altra intacca e guscio», lunga 16,3/4 palmi ed alta 1,1/4. Per l’altro «aggetto», che costituisce la parte superiore della cornice del frontespizio, modanato come il precedente, e per l’ulteriore «aggetto» che forma la cornice dritta che riquadra il trofeo e l’iscrizione, scudi 30.06.
684. Per l’ornato dei due trofei, in stucco bianco, ciascuno alto 13 palmi, larghi 7,1/2 e sporgenti al massimo 3/4 di palmo. Il primo è composto da due scudi, con intorno una cornicetta intagliata, sottostanti a due teste lavorate in «mezzo rilievo» che si appoggiano l’una contro l’altra e una croce di malta con dei gigli intagliati nelle quattro braccia, sorretta da una fettuccia svolazzante con cappio il cui nodo è realizzato con una medaglia con mascherina. Sopra il trofeo un festone composto da diverse foglie con cappio, borchie e fettuccia che lascia cadere altri due festoni di alloro che terminano con dei fioroni dove sono attaccate due medaglie che ornano nel mezzo gli scudi. Accanto agli scudi delle stringhe unite con cordoni e fettucce dalle quali pendono una medaglia con l’aquila bicipite ed una con la torre, stemma gentilizio dei Rezzonico. Ai piedi dell’ornato una lira che sembra sorreggere i suddetti scudi ed ai lati due rivolte. Il secondo ornato è simile e presenta due scudi sormontati dalla croce di malta e a loro volta sostenuti da due siringhe e da una lira. Al posto della corona di foglie si sono fatte cinque medaglie legate insieme a forma di festone da cordoni e invece delle due medaglie che pendono dalle due stringhe si sono fatti da un lato un gruppo di cornetti da caccia e dall’altro alcuni intrecci, sempre in mattoni e cocce bozzate e fissate nel muro con dei chiodi, scudi 107.17.
685. Per la posa in opera della lapide con l’iscrizione composta con due lastre di travertino, alta complessivamente 11,1/4 palmi, larga 7,1/2, fissata con stucco bianco, scudi 2.63,1/2.
686. Per la cornice che riquadra la zona sottostante l’iscrizione, scudi 0.60.
687. Per la realizzazione del «sodo» ai piedi dei pannelli con gli ornati e di quello con l’iscrizione, lungo 13 palmi ed alto 4,1/3, scudi, 1.03.
688. Per la realizzazione dei muri che formano le sei urne sopra cui s’innalzano le guglie ai lati dell’iscrizione e dei due ornati con i trofei, e per le sei guglie di travertino alte 17,3/4 palmi con le relative palle alla sommità fissate con una punta di ferro «che forma punta di diamante al di sopra di esse». Inoltre per l’assistenza fornita al «verniciaro» per la seconda mano di colore ad olio alle suddette punte, scudi 35.41.
689. Per aver bozzato e stabilito di calce la facciata e i lati di una guglia alta 17,1/4 piedi, riquadrati da una cornice modanata e da un’altra cornice piana sopra lo zoccolo, scudi 59.82.
690. Per aver bozzato e stabilito di calce il guscio che forma il coperchio dell’urna sopra cui s’innalza la descritta guglia e la cornice modanata sotto la stessa urna. Per aver realizzato in «gretoncini» bozzata in calce e stabilita in stucco bianco la corona in rilievo sul lato prospicente la piazza di detta urna, formata «da due rami con suoi limoni in un luogo ed in altre da spighe di grano ed altro», scudi 33.18.
691. Per la realizzazione del muro della cosiddetta  meta, ovvero delle cornici soprastanti l’ornato dell’urna, e per aver posto in opera armando il «tiro in forma di capra» tre conci di travertino che formano il cappello centinato della suddetta meta «per conservarlo dalle ingiurie del tempo», fissati con otto spranghe di ferro coperte di gesso, ed aver inoltre ricoperto alcune parti sporgenti con lastre di piombo, scudi 110.12.
692. Per l’aggetto di gretoni bozzato e stabilito con calce e stucco bianco lavorato con 15 «cannelli» e relativi listelli che formano il fronte della suddetta meta, e realizzati analogamente i due lati con 5 «cannelli» e listelli. Per aver inoltre realizzato in stucco bianco il trofeo militare che corona la suddetta meta, composto da un grande scudo con ai piedi due elmi con cimiero in forma di teste di aquila, e trapassato al suo centro da un’asta verticale  che termina in alto a forma di tridente e che riporta ai piedi l’insegna con l’iscrizione del gran priore e la torre, suo stemma gentilizio. Ai piedi dello scudo centrale, inoltre, si dipartono due altri scudi, contornati da una cornice intagliata ed in parte ornati al loro interno con la poppa di una nave con il rostro e da due teste con borchie. Sopra lo scudo centrale sono stati realizzati altri scudi ornati con cannoni, bandiere, sciabole e alabarde ed altri simboli militari. Il tutto per scudi 94.91.
693. «Per l’aggetto de gretoni, bozzato e stabbilito di calce» che forma il «dado» che sostiene la suddetta meta, e per lo zoccolo modanato sopra il fondo del «dado», scudi 2.89,2/3.
694. Per l’aggetto di mattoni bozzato e stabilito di calce che forma la cornice che riquadra l’ornato in mezzo alla base della suddetta meta, larga complessivamente circa 13 palmi ed alta 1,1/2, scudi 4.3
695. Per l’aggetto di mattoni bozzato, stabilito con calce e modanato, che ricorre sotto la cornice della recinzione muraria della piazza, scudi 3.37,1/2.
696. Per la posa in opera di due mensole di marmo che formavano parte del «deposito» del gran maestro Ricciardo Caracciolo in una nicchia della chiesa, trasportate dal cortile della cisterna e provate in opera su detto fondo con sei spranghe murate in gesso ad una grappa. Per aver quindi rimosso le mensole al fine di «tagliare» meglio il suddetto fondo e farvi l’ornato del trofeo, e quindi rimurate con sei spranghe, scudi 2.17,1/2.
697. Per l’aggetto di gretoni, bozzato, stabilito con calce e modanato, che ricorre attorno le due suddette mensole e attorno al «sodo» dove è stata scolpita la testa di medusa, lungo steso 26,1/3 palmi. Per un altro aggetto simile che forma la cornice ai piedi di detto fondo, lunga complessivamente 11,1/3 palmi, e per la testa di medusa, stabilita in stucco bianco e fissata con dei chiodi, lunga e larga 3 palmi e 3/4 di aggetto, scudi 6.03.
698. Per l’aggetto con cocce e gretoni, bozzato con calce e stabilito con stucco bianco, fissato con chiodi nel muro, che forma il trofeo militare composto di due scudi triangolari con cornice arabescata, lavorati il primo con riporto a forma di rombo e l’altro con rombo circondato da fogliame e festoni. Inoltre, per la realizzazione delle frecce, delle sciabole, dei cannoni e delle insegne militari frapposti ai due scudi, che sono sormontati dalla torre gentilizia dei Rezzonico, essendo l’ornato largo al massimo 9,3/4 palmi e alto 5,5/12, scudi 31.70.
699. «Per la sola colla ordinaria alla parte posteriore del muro della descritta meta», scudi 1.35.
700. Per il muro dell’urna all’angolo verso Testaccio, lungo 7,1/3 palmi e largo 5,1/3, per il muro dello zoccolo, per quello delle due urne unite insieme all’angolo del prospetto della recinzione della piazza, per quello dell’altra urna all’angolo verso il vicolo che conduce alla chiesa e relativi sei zoccoli di travertino sostenuti da sei perni fissati nel muro sottostante e «mantenimento dei sei vasi di terracotta posti a suo luogo sopra li medesimi Zoccoletti», scudi 22.45,1/2.
701. Per la bozzatura e stabilitura di calce dello zoccolo dritto sopra cui gravano gli «zoccoletti» dei vasi, «longo steso assieme alle quattro urne con quello che unisce le due nell’angolo della Piazza palmi 54,1/3». Per le quattro urne fornite di una fascia con tacca che ne riquadra il prospetto verso la piazza e per i «resalti» aggettanti ai piedi, sotto cui è stata realizzata una cornice aggettante di gretoni fissata con dei chiodi nel muro e modanata. Per aver realizzata inoltre una cornice sui lati di dette urne, scudi 24.71.
702. Per «l’aggetto rustico de mattoni» che forma i dieci «resalti» sopra cui sono stati collocati i dieci gruppi di palle, lunghi ciascuno 5,3/4, e per il muro sovrastante che forma un «guscio» con zoccoli, scudi 12.
703. Per la messa in opera di venti «zoccoletti» di travertino sopra i suddetti dieci «resalti» e per aver murato dieci teste di ferri che formano il perno delle palle, con relativa assistenza di un quarto di giornata di garzone che ha trasportato lo «scaloncino» per il verniciaio che ha dato la seconda mano di olio alle suddette palle, scudi 8.06.
704. Per la bozzatura di calce e incollatura dei suddetti dieci zoccoli con gli zoccoletti, e per la bozzatura in gretoni e calce e incollatura del «guscio», scudi 9.32.
705. Per il muro che forma il «cappello» sopra il recinto della piazza lungo 110,1/3 palmi, scudi 7.33.
706. Per l’aggetto di mattoni realizzato sotto il «resalto» delle sei urne che stanno ai piedi delle guglie, alle altre quattro che sorreggono i vasi e ai dieci pilastrini sopra cui sono collocati i gruppi di palle, dall’angolo che volta alla strada verso Testaccio a quello che volta al vicolo che porta alla chiesa, lungo palmi 253,1/3, alto 1,1/4 e aggettante 1/4 di palmo, scudi 31.14.
707. «Per l’aggetto di gretoni bozzato di calce e stabbilito simile» che forma lo zoccolo dell’intera recinzione muraria della nuova piazza, lungo complessivamente palmi 189 e alto 1,3/4, scudi 17.34.
708. Per il muro di fondazione realizzato per sorreggere i cinque «seditori» incassati nel muro di recinzione della piazza, lunghi 12 palmi e profondi 2,1/2, di pietra lavorata a mano, fissati ciascuno con tre mensole di travertino incassate nel muro, scudi 11.10.
709. Per il muro di fondamento fatto sotto i suddetti «seditori» dove sono anche stati murati i piedi di travertino di detti seditori fermati con quattro spranghe con una grappa e murate e rivestite in gesso, scudi 3.93.
710. Per l’aggetto in gretoni bozzato e stabilito di calce che forma la cornice sopra i piedi dei suddetti seditori, scudi 0.99.
711. Per aver istallato due colonne di marmo agli angoli della recinzione della piazza a guardia del muro, alte 4 palmi e fattovi un muro attorno ad ognuna, e per averle trasportate qui dalla piazza antistante la chiesa assieme a due «seditori», scudi 1.64.
712. Per i lavori di spianamento della nuova piazza eseguiti a partire dallo spazio antistante al portale del giardino, condotti rimuovendo alcune partite di terra che sono state scaricate in quello che era l’orto dei padri di Santa Sabina (seguono le misure delle superfici progressivamente sistemate), scudi 112.75,1/2.
713. Per la guida della «Selciata Vergine» in calce realizzata attorno al muro di recinzione della piazza, lunga per i due lati 266,1/3 palmi e larga circa 9, scudi 61.43.
714. Per la realizzazione della guida per la posa in opera dei «selci» squadrati di grosse dimensioni collocata ai due lati della piazza, lunga complessivamente 240,1/2 palmi, e per la costruzione di un muro di «tevolozza» sotto il suddetto selciato, e per aver fatto trasportare da una vicina cava del sabbione spianato dal signor Pietro Conti giardiniere in detta piazza con l’aiuto di un maestro e un garzone per mezza giornata, e di altre giornate per un garzone, scudi 89.43.
715. Per aver dissodato il terreno togliendo erbacce verso il muro del giardino e dell’orto del monastero di Sant’Alessio per accordare questi angoli con la nuova piazza, e per aver spianato lo spazio antistante al portone della villa per realizzare il selciato, scudi 2.67, 1/2.
716. Per l’assistenza prestata al verniciaio da un garzone per ridare colore ai vasi del recinto della piazza dove si erano macchiati, scudi 0.8,1/2.
717. Per aver sostituito sei palle di terracotta sopra il recinto della piazza in quanto già danneggiate dal gelo, con altre sei di cui quattro basse e due alte, scudi 1.50.

Lavori fatti al muro vecchio del recinto dell’Orto del convento di Santa Sabina
718. Per la costruzione del tratto di muro dell’orto del convento di Santa Sabina che va dal pilastro all’angolo della piazza verso il vicolo che scende a Testaccio, alto circa 19,1/4 palmi, scudi 8.36.
719. Per l’aggetto di mattoni bozzato e stabilito con calce che forma il «dado» liscio sopra il suddetto muro sopra cui è stato collocato lo zoccolo, e per aver riboccato, «ricciato», frattazzato e «incollato» detto muro dalla parte posteriore, verso l’orto, scudi 1.71,1/2.
720. Per la costruzione del nuovo zoccolo del recinto dell’orto del convento di Santa Sabina, realizzato al posto del vecchio «cappello» che è stato demolito, lungo 66 palmi, alto un palmo e grosso due, scudi 4.52.
721. Per la «colla» data sopra il piano del suddetto zoccolo e per l’aggetto di mattoni bozzato e stabilito di calce che forma il «dado» sotto lo zoccolo, entrambi lunghi 66 palmi. Inoltre per aver riboccato, «ricciato», «incollato» e fratazzato il muro vecchio sotto il «dado» alto circa 14 palmi e lungo 66 e il muro accanto lungo 50 palmi e per aver realizzato i ponteggi da entrambe le parti del muro, quindi spianata la terra ai piedi del nuovo muro per livellare i lavori al piano della nuova piazza, scudi 16.94.
722. Per l’aumento della frattazzatura e della ricciatura fatta al muro del nuovo recinto dalla parte dell’orto e al muro nel mezzo del prospetto principale, scudi 2.07.
723. Per la traccia fatta nel vecchio muro del recinto di detto orto verso il vicolo alla fine della nuova piazza allo scopo di allinearlo, per aver sistemato altre parti degradate di questo muro e per aver spicconato, riboccato, ricciato e «incollato» il muro che forma il «cappello» sopra il muro suddetto, scudi 3.29.
724. Per la spicconatura, riboccatura, ricciatura e frattazzatura di alcune «partite» del muro suddetto, per aver aumentato «due pezzi di rincocciatura» e per aver tagliato e messo in chiesa un frammento di muro che sporgeva dal fondo, scudi 2.86,1/2.
725. Per i medesimi lavori ad altre parti di muro intorno al cancello del suddetto orto, scudi 0.85.

Lavori fatti al muro che mantiene il Terrapieno della strada dell’Alborata accanto rivolta verso la Piazza avanti la Chiesa
726. Per il tempo di una giornata di garzone impiegata per dissodare e spianare la terra ai piedi del muro che sostiene il terrapieno della strada dell’Alborata, e per stabilirlo riprendendo diversi frammenti di fodera muraria mancante, scudi 2.37.
727. Per aver allineato una fodera muraria lunga 44,1/2 palmi ed alta 5,1/4 alla parte superiore e per un muro realizzato sia sopra la suddetta fodera che sopra il restante vecchio muro di analoga lunghezza, con la relativa realizzazione di ponti, scudi 9.10.
728. Per il muro della «cortellata» che forma il parapetto del muro dell’Alborata, realizzato con mattoni ordinari disposti a coltello e ben stretti e stuccati con della calce, «incollato» e fratazzato dalla parte della salita, «con aumento della spicconatura e ricciatura per quanto è il muro vecchio longo 45,1/2 alto p 2», scudi 3.55.
729. «Per il muro ripreso di nuovo ai piedi del parapetto sud ove forma pilastro», sopra cui sono stati murati diversi cocci di peperino, e per aver spicconato e maggiormente ricciato il vecchio muro, scudi 1.20.

Lavori fatti al muro che mantiene il Terrapieno della Piazza avanti la facciata della Chiesa alla rivolta verso il Tevere
730. Per aver «spicconato» il terreno nell’orto ai piedi del suddetto muro di rivolta, al fine di poter puntellare e rifondare il muro «patito» e per aver tagliato un masso antico di «sassi vivi» a forza di mazza e zeppe, scudi 3.90.
731. Per aver puntellato il muro suddetto con quattro puntelli fissati nel muro e con «due mozzature di legnotto...nel terreno [e] messovi per ritegno di essi due gattelloni chiodati» con alle estremità delle mozzature e un arcareccio in piano lungo 16 palmi, con una testa fissata nel muro e l’altra assicurata «con un sbadaccio di travicellone longo p 16, chiodata da una testa a dett’arcareccia e dall’altra assicurata ad una ceppara di olmo». Inoltre per aver realizzato un canale di legno per la temporanea raccolta delle acque per evitare che scolino nella fondazione, scudi 5.08.
732. Per la realizzazione di un nuovo muro di fondazione che sostituisce il vecchio degradato con una «partita» lunga 7,3/4 palmi, alta 12,1/4 e larga 6,1/4 ed una seconda lunga 8,1/2, alta 7,1/2 e grossa 3,1/2 con aumento dell’inzeppatura tra muro vecchio e nuovo, scudi 10.65.
733. Per il nuovo muro di fondazione simile al suddetto realizzato sotto lo strapiombo della piazza antistante la chiesa, con una «partita» lunga 8,1/2 palmi, alta 5,1/2, grossa 7,1/2 ed una seconda alta 8, lunga 6,1/4 e grossa 6,1/2, scudi 9.63.
734. Per il muro archivoltato costruito sopra i descritti fondamenti, per la conservazione di un vecchio muro nel vano dell’arco preesistente, per la realizzazione di altre «partite» di muro di diverse dimensioni sotto la piazza e fino alla rivolta verso la strada dell’Alborata, e per la sistemazione di rivolte ed altri pezzi di muro vecchio, dove sono state rinzeppate le fessurazioni, scudi 20.53.
735. Per l’aumento dell’inzeppatura tra muro vecchio e nuovo realizzata con mattoni e cocci e per la messa in opera di ponteggi e sostegni per reggere il muro vecchio tagliato mentre si metteva in opera in nuovo muro dell’arco e relative sistemazioni, scudi 3.40.
736. Per la messa in opera di alcuni cocci di travertino «che fanno il piano alla risega a piede la rivolta del muro della Piazza ove sono stati fatti li nuovi muri di fondatura», per la messa in opera di un canale di marmo che scola l’acqua del piazzale della chiesa nell’orto e per aver «picchiato» il muro di «tevolozza» e «ricciato», «incollato» e frattazzato nella parte prospicente verso il Tevere (con descrizione delle partite murarie singolarmente trattate), scudi 8.46.
737. Per aver dissodato il terreno sotto la zona suddetta, e per aver riboccato, «ricciato», «incollato», frattazzato il vecchio muro, scudi 2.38.
738. Per aver risistemato alcuni pezzi del vecchio muro verso la salita dell’Alborata e aver «ripreso» due fodere murarie del vecchio paramento immediatamente al di sotto della piazza, scudi 2.49.
739. Per il muro costruito sopra il vecchio dalla parte della salita dell’Alborata al fine di arrestarne il degrado lungo palmi 19, alto 3,3/4 e grosso 2,1/2, per aver «ripreso» due pezzi di fodera muraria all’angolo verso la piazza e per aver murato due pezzi di peperino nella «cortellata» sovrastante il detto muro, scudi 3.88.
740. Per aver «ripreso» alcune fodere murarie dello sperone che sorregge il muro verso la salita dell’Alborata, aver scalzato e inzeppato una crepatura tra lo sperone e il muro che separa l’orto dal «sodo» dell’Alborata, e per aver tagliato il suddetto sperone per ridurlo alla sua giusta pendenza e per averlo riboccato e spicconato il terreno circostante ai suoi piedi, scudi 3.80.
741. Per i ponteggi montati per realizzare i descritti lavori allo sperone e al muro verso l’Alborata, con l’uso anche di «bilance», e per aver risistemato un pezzo di «cappello» del muro che divide l’orto dalla salita dell’Alborata, scudi 1.42.
742. Per aver rifatto due pezzi di fodere di detto muro consunte dal salnitro, scudi 1.15.
743. Per la sistemazione di un nuovo masso accanto all’antico in modo che risulti il fondo di una vaschetta di raccolta formata con vecchi conci di peperino nelle quale scolano le acque della sovrastante piazza, e per relativi canali realizzati con selciato ordinario, scudi 5.85.
744. Per il costo e la muratura di quattro mattoni usati per riparare il punto della suddetta vasca rovinato dalla fuoriuscita dell’acqua, scudi 0.29.
745. Per aver pulito lo spurgatore dell’acqua nel muro ai piedi dell’orto del convento di Santa Sabina impiegandovi un quarto di giornata di una maestro con un garzone, e per aver realizzato un analoga vaschetta di quella sopra descritta, scudi 1.41.

Lavori fatti nel muro che mantiene il terrapieno della Piazza sudetta
746. Per il terrapieno realizzato ai piedi del suddetto muro per poterlo puntellare, in quanto degradato e parzialmente mancante di fondazioni, inchiodando alcune testate dei saettoni da una parte al muro e dall’altra ad alcuni alberi dell’orto, e per aver rimurato i buchi effettuati per fissare i saettoni e aver puntellato il medesimo muro al piede, scudi 13.61.
747. Per aver rifatto in varie «partite» le fondazioni dove erano cedute e «patite», per aver riempito l’inzeppatura tra le suddette e il vecchio muro e per aver impiegato due giornate di garzone a rompere a forma di zeppe un pezzo di muro vecchio distaccato, scudi 20.34.
748. Per aver fatto alcune «partite» di muro di fondazione realizzate «verso la rivolta della Piazza che riguarda l’ingresso dell’Orto» e per l’aumento dell’inzeppatura tra il vecchio e il nuovo muro, scudi 10.56.
749. Per il muro in di fondazione in «pietra lavorato a mano con cavo di terra» realizzato tra due delle precedenti «partite» lungo 14,1/2 palmi, alto 11 e grosso 7,3/4 e per l’aumento dell’inzeppatura tra muro vecchio e nuovo, scudi 19.08.
750. Per la posa in opera di diversi conci di travertino sopra le suddette «partite» di nuove fondazioni, lunghi complessivamente 19 palmi, ben murati e stuccati e per l’inzeppatura di numerose crepature, scudi 5.33.
751. Per il rustico di due conci di vecchio travertino utilizzati per formare una risega nel suddetto muro, scudi 0.82.
752. Per aver dissodato il terreno ai piedi del muro; per aver stabilito e frattazzato il muro nel prospetto che guarda verso Testaccio lungo complessivamente 181 palmi ed alto 23,3/4, ed aver realizzato i necessari ponteggi e le necessarie bilancie, avendo infine rimurato i buchi fatti per fissare le testate dei ponteggi, scudi 26.84.
753. Per aver tolto le radici che attaccavano il vecchio muro, e aver riboccato, ricciato, «incollato» e fratazzato varie partite di detto muro, scudi 1.66.
754. Per il lavoro di una giornata di un maestro e di un garzone utilizzato per scalzare diversi mattoni dalla «coltellata» sopra il parapetto del vecchio muro che recinge su due lati la piazza della chiesa ed aver quindi rimurato con calce altri mattoni in luogo dei mancanti; per aver inoltre ripetuto simile operazione col muro superiore dell’orto del convento di Santa Sabina, scudi 1.13.
755. Per la spicconatura, riboccatura, ricciatura, «incollatura» e fratazzatura del paramento del suddetto muro dalla parte della piazza, scudi 2.68.

Lavori fatti al muro di fianco ove fa prospetto alla Piazza avanti la Chiesa dalla parte dell’Orto del Convento de P.P. de S. Sabina
756. Per diverse risarciture eseguite al suddetto muro e per aver inzeppato con scaglie di «tevolozza» diverse crepe, scudi 0.79.
757. Per aver spianato la piazza antistante la facciata della chiesa e la contigua abitazione, fornendole una leggera pendenza per lo scarico dell’acqua, impiegandovi due giornate di un maestro con otto garzoni; per aver inoltre fatto portare venti carrettate di sabbione fatto ricavare dalla contigua cava per stenderlo davanti alla facciata della chiesa e al portone del giardino, scudi 6.
758. Per aver pagato ai carrettieri il prezzo di 14.168 barili di acqua serviti per i lavori alla fabbrica dall’ottobre 1764 al 24 maggio 1766 come appare dai biglietti originali compilati ogni settimana dal signor Pietro Conti giardiniere di sua eccellenza al prezzo di scudi 0.02,1/2 per barile, scudi 354.20.
759. Per venti carrettate di sabbione trasportate e spianate davanti alla porta della chiesa e del giardino in occasione della visita di papa Clemente XIII, avendo impiegato una giornata di un maestro e due e un quarto di garzone, scudi 2.16.
760. Per aver fatto nella piazza antistante la chiesa uno scavo lungo 17 palmi, largo 6 e profondo 6 dove sono state calate tre botti di legno comprate a Ripa grande allo scopo di raccogliere l’acqua piovana rimosse al termine dei lavori della piazza; inoltre per il pagamento del tempo impiegato da un garzone per attingere acqua a questo pozzo e alla cisterna, calcolato pari a 25 giornate di lavoro, scudi 8.36.
761. Per aver sparso sette carrettate di pozzolana e quattro di rena unitamente alle precedenti davanti e dietro la chiesa e il giardino in occasione della visita di papa Clemente XIII al cantiere il 13 ottobre 1766, scudi, 2.37,1/2.
762. Per l’assistenza prestata al signor Tommaso Righi scultore e per i materiali da lui utilizzati per la realizzazione dei due putti, gloria, testine di cherubini e nuvole «fatti nell’ornato del quadro nella volta sopra la Navata della Chiesa» come da partita 460, scudi 7.
763. Scudi 10947.29,1/2.


«Ascendono in tutto li suddetti prescritti lavori alla Somma di Scudi Diecimilanovecento quarantasette ed 29,1/2», 10 Aprile 1767.

Gio Batta Piranesi Architetto

 

 

 
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