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EU Prize for Cultural Heritage / Europa Nostra Award 2017

Il Progetto ‘Museo Piranesi’

di Pierluigi Panza

vince l’EU Prize for

Cultural Heritage

/ Europa Nostra Award 2017   




Regesto del libro dei conti - 1 PDF Stampa E-mail


Il cosiddetto Libro dei conti, noto anche come Memoria ricapitolativa (Note book, Avery Library, Columbia University di New York, ms. P.S. 2003, entrato il 5 giugno 1969) è un manoscritto cartaceo in buone condizioni, alto 28 centimetri. È composto di 384 pagine suddivise in 41 paragrafi e 763 articoli. In esso sono annotate analiticamente le spese sostenute per ciascuna partita di lavoro condotta al priorato. Fu acquistato per la Avery Library da James Grote Van Derpool.

 Il manoscritto, firmato da Piranesi in data 10 aprile 1767, documenta le spese sostenute per tutte le partite di lavoro effettuate al cantiere del priorato dal 20 novembre 1764, data di inizio dei lavori, al 13 ottobre 1766, quando l’intervento venne concluso. La spesa complessiva ammonta a 10.947 scudi e 29,1/2 baiocchi. Le spese sostenute sono espresse in scudi e baiocchi (la cifra che segue il punto). L’unità di misura lineare usata (indicata semplicemente con p) è il palmo romano, pari a circa 0,22 metri. Dieci palmi formavano una canna.

 Il manoscritto fu probabilmente scritto dopo la conclusione dei lavori sulla base di appunti. La scrittura, infatti, è uniforme, ed è quella tipica di uno scrivano che ha redatto molte pagine senza interruzioni. Scopo del libro è stabilire il pagamento a cottimo dovuto al capocantiere e la percentuale spettante all’architetto. Sul retro dell’ultima pagina del manoscritto compare una nota scritta da Giuseppe Pelosini il 30 ottobre 1767 che riceve un acconto di 300 scudi dalla Banca di Santo Spirito.
 Il manoscritto inizia con una dichiarazione di Piranesi nella quale si spiegano gli intenti della compilazione del registro, e prosegue con i capitoli e gli articoli di spesa relativi ai lavori condotti. Ad ogni articolo corrisponde una partita di lavoro e non esattamente il lavoro eseguito in una giornata. Lo si deduce da alcuni motivi: gli articoli sono di poco superiori al numero di giorni che si contano tra l’inizio e la fine dei lavori indicata (precisamente 763 contro 710 circa), anche se alcuni degli ultimi articoli sono chiaramente riassuntivi dei lavori svolti; è difficile ritenere che nei mesi invernali i lavori procedessero con analogo ritmo di quelli estivi; alcuni articoli indicano chiaramente che per eseguire il lavoro descritto sono occorsi più giorni. Inoltre, per errore nella ricopiatura, gli articoli 195 e 197 sono identici. Gli articoli delle singole voci di spesa, dunque, sono più tematici che giornalieri. Il loro ordine, in larga massima, segue comunque quello cronologico dei lavori.

 Difficile operare un confronto con analoghi e coevi libri di spesa, anche per la carenza di studi specialistici sulla cultura tecnica e sui lessici di cantiere. Il lessico piranesiano si compone di voci spesso secentesche, di ambiente romano, che complicano una decifrazione resa già complessa dall’uso delle abbreviazioni e dalla meticolosità con cui vengono descritti i particolari dei lavori. Tuttavia, nonostante il divario cronologico che separa gli interventi, il libro di cantiere piranesiano può essere almeno parzialmente confrontato con la «misura e stima» dei lavori condotti da Borromini e Castelli alla facciata di San Carlo alle Quattro Fontane e, soprattutto, con il corpus berniniano , per individuare le costanti lessicali e di conduzione dei lavori che si sono salvate nel corso di un secolo. Identica è l’area geografica e Bernini era un modello di riferimento di Piranesi.

 Due sono le costanti generali. Innanzitutto, dalla lettura dei resoconti di cantiere appare che la discrezionalità dell’architetto entra in gioco in una sfera più creativa rispetto a quella della singola conduzione del cantiere. Inoltre, proprio in questa sfera di «lavoro artistico», si ritrova sia in Bernini che in Piranesi un travaglio sperimentale, quel «mettere in opera per prova»: l’arma di Pio V per Piranesi, il baldacchino di San Pietro per Bernini, «l’opera della quale egli, civettando», diceva «esser riuscita bene a caso» . Si tratta forse di un ridimensionamento del valore accordato all’atto progettuale e al medium del disegno? In Bernini, che faceva precedere dei modelli alla realizzazione dell’opera, probabilmente no; Piranesi, in alcuni frangenti, sembra invece davvero procedere per successivi aggiustamenti.

 L’altra costante riguarda la composizione dei libri di cantiere. Se si confronta quello piranesiano con quello relativo a Palazzo Ludovisi a Montecitorio  si noterà che, in entrambi, il rapporto tra lessico e sintassi è tutto a vantaggio del primo: essendo costanti le finalità descrittive da perseguire, le note si riducono quasi a un elenco, a una pura concatenazione. Si confrontino, ad esempio, le seguenti descrizioni di cornici: la prima relativa alla Scala Regia, le seconde alla facciata e all’interno della chiesa di Santa Maria del priorato. «Per l’abbozzatura, e stuccatura di decta corniche... con regolo gola dritta, regoletto, bastoncino, gocciolatore, con gola sotto bastoncino con pianuccio, dentello, regolo, gola roversa, fascia, intaccatura, guscio et altra fascia assieme...» : questo è Bernini. E leggiamo anche Piranesi: «Per l’aggetto di calce bozzatura e stabbilitura simile della cornice che ricore attorno l’ornati fatti da capo alli quattro pilastri di facciata modinata con refesso accanto il listello della scanellatura, pianuccio, altro refesso e bastoncino...»  e «Per l’aggetto de mattoni... bozzato di calce e stabbillito di stucco bianco la cornice... modinata con pianuccio, bastone, guscio, tondino, intacca et altro guscio» .

 Le comparazioni, naturalmente, potrebbero continuare anche per altri elementi della grammatica architettonica. Già da questo breve confronto possiamo trarre una conferma di quanto affermato: la particolare attenzione riservata alla descrizione delle modanature ribadisce l’attenzione dell’architetto per il campo di lavoro artistico e decorativo. Rispetto all’importanza assunta dai diversi particolari della costruzione, la descrizione degli ornati, soprattutto in Piranesi, è esorbitante.
 Ma abbandoniamo il confronto con il testo berniniano per addentrarci nell’analisi diacronica del lessico usato da Piranesi.
 Alcuni termini, come «ferraro», «doratore» o «indoratore», «telaro», «travertino», sono largamente diffusi nel linguaggio di cantiere romano sin dal XVII secolo. Con qualche variazione, ad esempio «telaio» anziché «telaro» a Firenze, questi termini risultano comuni in tutta l’Italia centro-settentrionale. Non particolarmente ricco, tuttavia, appare il lessico piranesiano nell’identificare caratteristiche figure professionali connesse allo svolgimento della normale attività costruttiva: non si accenna a «segatori», «scalpellini» e «renaioli».
 Per quanto concerne invece la descrizione degli elementi del linguaggio classico dell’architettura (basi, capitelli, modanature...), Giovan Battista Piranesi dimostra padronanza nell’uso del lessico della tradizione vitruviana. Termini come gola, guscio, ovolo, dentello, scozia, toro, listello figurano con ricorrenza nelle sue descrizioni, talvolta sostituite da parole analoghe, soprattutto «intacca» al posto di dentello.

 Molto preciso anche il lessico usato per la descrizione dei tipi di muratura realizzati. In questo caso molte sono le costanti con le descrizioni dei secoli precedenti: «muro di pietra», usato soprattutto per i muri di scarpa, realizzato anche con materiale di recupero; «muro a coltellata», ovvero con tramezzi fatti con mattoni posti a coltello e già descritto in precedenti libri di cantiere con i termini «incoltellato» o «accoltellato»; «muro di tevolozza», ovvero quello in cui non andava mischiata alcuna pietra, ma formato di frantumi di laterizi e realizzato a sacco, cioè con casseforme. Quest’ultimo termine è ricorrente anche nella descrizione delle volte: la «volta di tevolozza centinata» è quella più diffusa e realizzata in conglomerato sopra l’armatura. Armatura che, nel caso di Piranesi, doveva ispirarsi a quella disegnata da Robert Mylne e da lui incisa nel Ponte di Blackfriars nel 1764. Ai lavori di armatura in legno, così come alla descrizione del rifacimento del sottotetto, Piranesi dedica accurate descrizioni.
 Inusuale è la modalità di indicare le misure lineari di una cornice, di un fregio o di ogni altro elemento decorativo. Infatti, se questo forma un perimetro o è composto di più segmenti viene fornita sempre la misura lineare complessiva, cioè data dalla somma di tutti i lati.

 Ciò non ne facilita, ovviamente, l’individuazione e la localizzazione. Analogamente, se lo stesso elemento ornamentale lineare ricorre in più punti di una nicchia o di parti della chiesa, all’interno dell’articolo di spesa si fornisce sempre la lunghezza complessiva, ovvero data dalla somma di tutte le lunghezze dello stesso elemento. È un accorgimento dettato dalla funzione riassuntiva-ricapitolativa del libro di spese.

 Da alcuni articoli (ad esempio artt. 87, 158, 414 e altri), infine, si può facilmente stabilire che la paga giornaliera di un garzone era di 0,25 scudi.

 Il manoscritto fu compilato per essere sottoposto all’approvazione di Giovan Battista Rezzonico. Molti dei lavori descritti nelle singole voci furono eseguiti direttamente dal capomastro Giuseppe Pelosini.
 Nel regesto, il titolo dei capitoli (in corsivo) è quello originale.


REGESTO

«-Dalli 20 Novembre 1764  a to. Ottobre 1766-
Misura, e stima dell’appresso risarcimenti fatti al circondario de’ muri del Giardino del Gran Priorato di Roma, Ornato del Portone di detto con nuova Piazza fatta avanti il medemo; adornamento della Chiesa con sua Facciata: diversi altri lavori fatti nel contiguo Palazzino ed abitazione della Famiglia il tutto spettante a S. E. Monsig. Gio Batta Rezzonico Gran Priore di Roma della Sacra Religione Gerosolomitana: il tutto fatto a spese de materiali, e fattura di Giuseppe Pelosini Capo Mastro Muratore, come in appresso distintamente si descrivono misurati e stimati da me sotto scritto Architetto secondo le loro qualità, e quantità come segue.»


Muro riattato che sostiene il Terrapieno del Giardino detto il Berçò, qual era tutto corroso e patito.
1. «Per il muro fatto di nuovo al parapetto del sudetto Giardino da capo in luogo del vecchio demolito esser patito e potervi cavar fuori l’aggetto per formarvi il dado lungo situato al lato della rivolta che unisce col muro del Giardino del Monastero di S. Alessio p 15 alto»; inoltre per averlo finito con una fila di mattoni e di «peperino» lunga 15 palmi, larga 1,5/6 e «alta testa una mattoni». Per aver infine spicconato, ricciato, incollato e fratazzato il muro della rivolta del Giardino del Monastero di Sant’Alessio sino all’angolo con il giardino del Bercò «p 18,1/4 rag. to alto simil rag.to da sopra il terreno del greppo sin sotto il dado p 21 rag.to: crescendovi un pezzo di raboccatura apre detto muro longo p 9, alto p 5» e per aver bozzato di calce e «incollato» il dado lungo 17,1/2 palmi, eseguiti i detti lavori con un ponteggio previo spianamento del terreno per il quale è stato impiegata una giornata e mezza di lavoro di un garzone, scudi 6.93.
2. Per il muro della fodera fatta addosso al muro a scarpa di prospetto verso il Tevere, che sorregge il terrapieno del Giardino del Berço in luogo del muro vecchio, che era allentato, e corroso longa dell’angolo verso la rivolta descritta sin al refatto del muro vecchio antico, che forma sperone addosso il Giardino sudetto p 41,3/4 rag.to alto da dove pianta sopra il muro vecchio bono sin da capo ove termina la scarpa con porzione di muro sopra a piombo p 38 grossa rag.to compresevi le sue legature p 1,1/3.» Inoltre per la realizzazione di altre fodere murarie addossate al muro antico, per il «muro rifatto di nuovo al parapetto del giardino sopra le descritte fodere in luogo del vecchio patito, che si è demolito longo dall’angolo della rivolta verso il giardino del monastero di S. Alessio sia allo stipite ov’è la rindrera di ferro p 51, alto rag.to p 1,1/4, grosso compresovi l’aggetto del dado p 2,1/2» con sopra la sua «coltellata» di mattoni, avendo fratazzato e bozzato di calce tutti i muri, ed eseguiti i lavori con particolare cura dove è fissata la ringhiera, scudi 61.93.
3. Per lavori di sostegno al muro a scarpa suddetto, per installare ponteggi e per aver impiegato un garzone per una giornata per spianare la terra ai piedi, scudi 5.56.
4. Per l’inserimento nel detto muro di una iscrizione, fissata con due spranghe e una grappa di ferro, e di frammenti di cornici e frontespizi, fissati con dieci grappe affrancate con del gesso sopra una superficie appositamente rifatta del muro per l’installazione, scudi 4.45.
5. Per l’aggetto «bozzato di calce e stabilito in stucco bianco» fissato con chiodi nel muro che forma la cornice modanata sopra l’iscrizione, e per un’altra cornice e annessi lavori, scudi 0.65.
6. «Per il tempo di giornate sei di garzone» per lo spianamento di un terrapieno e la bonifica dello stesso, scudi 1.50.
7. Per aver puntellato il muro addossato al «pilone» vecchio che sorregge l’arcone, aver fatto una nuova fodera al muro sottostante e risistemato le fondazioni dello stesso «pilone», scudi 85.
8. «Per il muro ripreso di nuovo addosso il sudetto pilone vecchio qual’era tutto patito e ripreso di terra di dentro ridotto a forma di sperone» alto 25,1/4 palmi, largo 8,1/2 e grosso 7,1/3, e per altre sistemazione ai muri che dividono il Priorato dal Giardino di Sant’Alessio, scudi 38.11.
9. Per il muro nuovo a sperone addossato al muro vecchio che sorregge gli arconi in luogo del vecchio muro demolito, realizzato in diverse «partite», scudi 13.79.
10. «Per aver puntellato con un arcareccio in piede l’altro pilone di muro vecchio ov’è il nicchione, quale mancanza di fondamento avea ceduto e minacciava di cadere», e per vari lavori eseguiti alle sue fondazioni, scudi 13.52.
11. Per il nuovo muro a sperone realizzato sopra le suddette fondamenta sin dove è stato smantellato il muro vecchio del «pilone», ed altri muri verso il muro a sperone e verso quello con il nicchione, tutti di diverse lunghezze, scudi 41.33.
12. Per il nuovo muro del nicchione dalla parte verso il terrapieno del giardino, largo 21,1/2 palmi e largo 1 e per aver «murato un vano in forma di porta qual era in detto nicchione per sorregimento del medemo ch’era ceduto lungo con sue legature p 8,1/2», ed altri muri e fodere murarie più ridotte, scudi 10.82.
13. Per il muro fatto di nuovo che forma un arcone addosso alla volta vecchia del primo vano sopra i descritti speroni che resta verso il giardino del monastero di Sant’Alessio, scudi 12.09.
14. Per l’altro identico muro «che forma un arcone addosso la volta vecchia del secondo vano sopra li descritti piloni anzi speroni», e altro muro «accanto qual resta la volta antica troncata doppo il pilone del Nicchione», scudi 20.79.
15. Per l’aggetto dei mattoni stuccati a forma di cortina che forma un «dado» sopra i descritti muri dei «piloni», scudi 9.90.
16. Per aver stuccato i descritti muri per formare una cortina, per unire i vecchi con i nuovi muri a partire dall’angolo con il giardino di Sant’Alessio sino all’ultimo sperone verso il Palazzino, scudi 12.04.
17. Per una fodera di muro sovrapposta al fondo del primo arcone verso la Salara e per un altro pezzo di muro mancante sotto l’arcone, scudi 5.35.
18. «Per i ponti fatti per fare li descritti restauri alli due piloni, cioè verso la Salara ed altro di mezzo con suoi arconi sopra, o fondi sotto», avendo innanzitutto piantato nel terreno due «candele» di travicelloni alte 18 palmi «collegate assieme da due file di traversoni longhi l’uno p 45 chiodati alle dette candele con sei gattelli per sostegno: tessutovi sopra due pontate di piane sopra li suoi mozziconi confitti da una testa nelli murj vecchi ove sono stati fatti li buchi», e realizzato quindi altri simili ponteggi, scudi 7.68.
19. Per lavori agli archi e muri nel sotterraneo dietro gli arconi e speroni descritti, sopra i quali si estende il terrapieno del Giardino del berçò e quelli sotto il terrapieno verso il giardino del monastero di Sant’Alessio, scudi 24.67.
20. Per diverse «pezze» di muro di svariate dimensioni ai suddetti muri, scudi 13.46.
21. «Per due pezzi di muro ripresi alla volta» troncata già descritta, scudi 2.66.
22. Per aver trasportato con dei «bilancini» dalla piazza antistante il portone del giardino due pezzi di marmo che sono stati tagliati dal cornicione ritrovato sottoterra e per averli incassati nel vecchio muro come cornicioni dopo aver realizzato i relativi ponteggi, scudi 8.25.
23. Per aver «ripreso» alcuni muri sotto i suddetti cornicioni, scudi 0.77.
24. Per aver rimosso la lapide di marmo ove era indicato l’anno 1765 che era stata murata al nuovo sperone e rimurata sotto i due pezzi di cornicione incassati nel vecchio muro, scudi 0.26.
25. Per aver realizzato una nuova fodera muraria addosso al muro che sorregge il parapetto del Giardino del berçò dalla parte esterna, ove il muro era tutto corroso ed altri lavori ai muri verso il Palazzino, scudi 15.27.
26. Per il ponte servito per realizzare la suddetta fodera e per la stabilitura del muro sopra la suddetta volta troncata, scudi 2.48.
27. Per il taglio del muro accanto alla ringhiera di ferro, dove è stato murato un canale di travertino per lo scolo dell’acqua del giardino superiore che va a finire nella nuova «chiavichetta», scudi 2.75.


Muro riattato qual resta a piede il Giardino di fianco il Palazzino, ov’è il Berço qual’era tutto corroso e patito
28. Per una fodera fatta al muro corroso che guarda verso il Tevere, a partire dalla parte della villa sino a dove termina con le sue legature, e per altri addossamenti di nuove fodere ai vecchi muri, scudi, 5.73.
29. Per aver tolto la terra che ricopriva il muro dove sono state realizzate le suddette fodere, scudi 1.20.
30. Per muri fatti di nuovo sopra le descritte fodere, riempimenti tra i vecchi e i nuovi muri, per aver ingrossato alcuni muri di «pietra a mano», scudi 13.56.
31. Per la sistemazione della terra sopra il muro vecchio che resta verso l’angolo del muro superiore dove c’è la loggia scoperta accanto alla villa, al fine di rimetterlo in piano, e per altri lavori ai muri di sostegno, scudi 7.40.
32. Per la costruzione di alcuni ponteggi serviti per realizzare le fodere murarie, scudi 2.37
33. Per il lastricato di tavoloni di terra cotta fatto sopra il muro ai piedi del Giardino del berçò, lungo 33,1/2 palmi e largo 11,1/4, scudi 4.70.
34. Per la realizzazione di diverse fodere murarie e rappezzamenti di piccole dimensioni sulla facciata dei muri a scarpa verso il Tevere, scudi 0.77.
35. Per il «dado» sopra i muri a scarpa rivolti verso il Tevere, per la realizzazione di alcune partite murarie sotto il «dado», scudi 8.34.
36. «Per aver spicconato ed in parte riboccato, o rincocciato e sopra ricciato ed incollato, fratacciato il muro sopra il resalto descritto ov’è la testata del Giardino del Berçò sud.to longo dal muro del Palazzino sin al cantone verso il Tevere», con lavori al parapetto e relativi ponteggi per realizzare i lavori, scudi 7.56.
37. Per il muro ripreso di nuovo all’altezza del parapetto della testata del Giardino del Berçò per farvi il «dado» simile a quello degli altri muri verso il Tevere, realizzato con mattoni e bozzato di calce, scudi 2.10.
38. Per la stabilitura dei muri del parapetto sopra il Giardino del berço verso la villa, lungo 15,1/2 palmi, scudi 0.97,1/2.
39. Per la muratura in gesso di dodici staffe di ferro a due grappe per aver murato con colla quattro capitelli ai piedi della «cortellata» del parapetto che guarda verso il Tevere. I capitelli erano stati ritrovati in pezzi e consegnati alla «scarpelleria» per la riconnessione e pulitura, scudi 2.15.

Muro vecchio antico ristaurato ed in parte rifatto di nuovo a piede il Palazzino per rinforzo del med.mo quale fa prospetto verso il Tevere
40. «Per la terra cavata fra li muri vecchj a piede il Palazzino suddeto ov’è il fenestrino della grotta scariolata», scudi 5.50.
41. Per il muro nuovo lungo 18 palmi, largo 6 e alto 2, fatto tra le fondazioni del «Palazzino» dove è stata rimosa la terra, e per altre partite di muro che si estendono verso il Giardino dei fagiani, scudi 57.44.
42. Per il muro della fodera di «tevolozza» fatto addosso il descritto nuovo muro dove si unisce con il vecchio sino all’angolo con il Giardino dei fagiani, lungo 22 palmi, scudi 19.69.
43. Per il muro ripreso addosso al vecchio ai piedi del Palazzino, e per aver ripreso altri muri e rifatto l’arco di una nicchia di questi muri «che era in parte caduta», per altri lavori al muro sbrecciato e per i ponti collocati per i lavori, scudi 17.01.
44. Per il ponteggio realizzato per poter rialzare di un piano il muro, scudi 2.41.
45. «Per il cavo della terra fatto dietro il sopradescritto muro vecchio, ove vi sono state fatte le fodere di nuovo a fine di potervi fare il masso per appoggio del Palazzino», e per la costruzione di un cavo per le acque presso il Palazzino, passante per la chiavichetta e lo sciacquatore della cucina, scudi 28.72.
46. Per la costruzione di una chiavica contro il muro vecchio del Palazzino, scudi 5.15.
47. Per il lastricato di «tenolini del Priorato» in terra cotta fatto sopra il descritto «masso», e per la costruzione di un altro muro ai piedi del «Palazzino», scudi 11.06.
48. Per l’aggetto in mattoni, bozzato di calce e incollato, che forma il dado sopra il nuovo muro ai piedi del Palazzino dalla parte del Giardino dei fagiani, scudi 2.48,1/2.
49. Per aver spicconato ed in parte «picchiato, raboccato, ricciato ed incollato, fratacciato» il prospetto del muro descritto, per l’istallazione di due conci di travertino per la feritoia che dà aria alla grotta sottostante il «Palazzino» ed altri lavori, scudi 8.88.
50. Per il muro che unisce lo sperone di sostegno ai piedi della villa con l’angolo del muro del Giardino dei fagiani, «slabrato li tevoloni vecchj del Priorato e murati ben in calce sopra detto muro che forma seditore long’assieme p 15,1/2, larghi p 2,1/3», scudi 3.85.
51. Per sbancamenti e spianamenti di terra verso la strada dell’Alborata che scende verso il Tevere, scudi 10.30.

Sperone, o sia muro a scarpa fatto adosso il muro del giardino detto de fagiani di fianco la Chiesa e Palazzino, che per mancanza di fondam.to e grossezza minacciava di cadere
52. Per lavori di sbancamento e per aver piantato dei ponteggi lungo la strada dell’Alborata per costruire il nuovo sperone, scudi 8.69.
53. Per aver collocato un arcareccio di sostegno allo scavo effettuato, fermato da un olmo della strada, scudi 0.83.
54. Per lo sbancamento di terra presso il muro vecchio, onde ricavare lo spazio per realizzare il nuovo sperone, scudi 7.82.
55. «Per il cavo della terra fatto per formare il fondamento al nuovo sperone», rimuovendo la terra dalle fondamenta dei vecchi speroni, scudi 14.90.
56. Per il muro di fondazione realizzato all’interno dello scavo, lungo 43 palmi e largo 9,1/4, scudi 26.00.
57. Per lo sperone lungo 43,1/2 palmi e alto 17,1/2 eretto sopra il muro di fondazione suddetto; inoltre per diverse «legature» eseguite tra vecchi e nuovi paramenti, essendo stati i primi anche spicconati, scudi 100.35,1/2.
58. Per lavori di congiunzione tra il suddetto nuovo muro dello sperone e il sovrastante muro preesistente, alto 11,3/4 palmi, scudi 19.18,1/2.
59. Per il taglio fatto sopra il suddetto muro vecchio per formarvi il «dado» lungo 42,1/2 palmi e alto 1, scudi 5.58,1/2.
60. Per la «colla fratazzata» fatta sopra il nuovo muro e per la spicconatura e ricciatura al muro vecchio sempre del suddetto sperone, scudi 5.08.
61. Per la messa in opera dell’arma gentilizia in travertino del gran priore, lunga e larga 3 palmi e grossa 1, che si è incassata nel mezzo del nuovo muro a sperone e si è affrancata con grappe di ferro, e per la sistemazione della modanatura del «dado», scudi 5.75.
62. Per la terra rimossa per realizzare il corretto pendio tra il detto sperone e la strada dell’Alborata, scudi 2.44.
63. Per il taglio fatto nel muro sotto l’arma gentilizia per incassarvi una «iscrizzione antica in marmo», scudi 0.37.

Stabilitura del restante del Muro vecchio che fa da sperone al descritto giardino dei Fagiani
64. Per il rifacimento del vecchio muro a sperone che sostiene il Giardino dei fagiani, di cui si forniscono le dimensioni delle singole partite murarie che sono state ricostruite, scudi 11.39,1/2.
65. Per la spicconatura, e in qualche luogo riboccatura, ricciatura e fratazzatura di detto muro, e per i lavori allo Stanzino del Giardino dei Fagiani accostato alla Chiesa «fatto di nuovo», scudi 10.36.

Lavori fatti al Giardino de Fagiani accanto li descritti speroni novo, e riattato
66. Per diversi rappezzi di stabilitura fatti al cornicione del muro laterale della Chiesa, eseguito con una «bilancia» formata con scale e un piano assicurato ai «mozziconi» delle porte, avendolo anche rialzato nella parte posteriore con una fila di mattoni, scudi 1.97.
67. Per aver inzeppato delle crepe nel lato della Chiesa rivolto verso il Giardino dei fagiani, scudi 1.44.
68. «Per aver spicconato ed in parte picchiato ricciato ed incollato addosso il muro vecchio laterale della Chiesa, prima partita quale resta fra li resalti delli due speroni longa p 46, alta quanto è tutt’andante 19,1/4», e per altre partite, scudi 13.19.
69. Per la spicconatura, ricciatura e stabilitura sopra il muro del «Palazzino» che resta sopra il «Tettarello dello Stanzino vecchio de’ Fagiani», e per la realizzazione di nuovi canali e scalini a coltello, scudi 1.35.
70. Per aver «spicconato, rincocciato, raboccato ed incollato» il muro che forma uno scalino davanti al parapetto del suddetto giardino, scudi 7.80,1/2.
71. Per aver murato in calce dodici testate dell’armatura in legno che impedisce il volo ai fagiani, scudi 1.97.
72. Per la costruzione del muro che separa la zona dei fagiani da quella dei pavoni, eseguito con file di quattro mattoni orizzontali e altri lavori allo Stanzino, scudi 2.14.
73. Per il taglio eseguito nel muro verso la Chiesa per inserire le voliere delle tortore, scudi 0.45.

Muro del Fondamento sotto l’angolo del prospetto della Chiesa con sperone accanto, ove avea patito il medemo ang.o e sperone
74. Per aver puntellato l’angolo della facciata della Chiesa con tre arcarecci rinforzati lunghi circa 40 palmi ciascuno, scudi 4.90.
75. Per altri due puntelli posti all’angolo dello sperone, scudi 2.28.
76. Per il muro di fondamento fatto di nuovo sotto il vecchio della Chiesa, con rimozione di terra e muri sovrapposti a sacco e in pietra, scudi 16.82.
77. Per la ricostruzione delle fondazioni dello sperone d’angolo dove sorge la Chiesa, che aveva ceduto, avendo demolito una parte del vecchio, collegata la nuova con quella del vecchio mantenuta e per la realizzazione di nuove partite murarie dello sperone sotto il Giardino dei fagiani che contiene e sorregge le nuove fondazioni all’angolo della Chiesa, scudi 67.07.
78. Per aver puntellato il fondamento dello sperone suddetto sotto la facciata verso il Tevere e l’angolo della Chiesa per lavori al piano dello Zoccolo, scudi 5.30.
79. Per lavori di spianamento tra lo sperone d’angolo e il muro che delimita il Giardino dei fagiani, scudi 1.98,1/2.
80. Per aver trasportato nella Piazza una colonna di marmo «paonazzetto» lunga 6,1/4 palmi e 2,1/4 di diametro, disotterrata dal giardino suddetto e poi ritrasportata nel Cortile del gallinaro accanto al giardino, scudi 1.54.
81. Per il muro del fondamento fatto sotto il muro vecchio in testa al Giardino dei fagiani, scudi 25.79.
82. Per altro pezzo di muro di fondamento fatto sotto il muro vecchio di testa al Giardino dei fagiani, muro simile accanto al suddetto verso la salita alla Piazza e altro addossato al vecchio muro a sperone, scudi 22.41,1/2.
83. Per il lavoro di scavo per la realizzazione dei nuovi fondamenti all’angolo della Chiesa, scudi 13.51.
84. «Per il muro fatto di nuovo sopra i descritti fondamenti a dett’angolo esteriore di Chiesa», per il muro largo dallo sperone al cantone della Chiesa fin dove termina il muro a scarpa e per il sovrastante muro laterale della Chiesa, scudi 62.51.
85. Per l’aumento del muro fatto sotto quello della facciata della Chiesa, aumentato di palmi 6 in lunghezza, 3 in larghezza e 2 in altezza, e altri aumenti nei muri a scarpa, scudi 3.04.
86. Per un pezzo di nuova fodera muraria fatto addossata al già descritto muro a scarpa, scudi 2.91.
87. Per aver abbattuto quattro alberi di olmo all’angolo della Chiesa, impiegando un terzo di giornata di quattro garzoni, scudi 0.33.
88. Per un pezzo di selciato in calce realizzato allo sbocco della strada dell’Alborata verso la Chiesa, scudi, 2.45.
89. Per aver murato le testate del nuovo serraglio di legno realizzato ai piedi della strada dell’Alborata, scudi 2.33.
90. Per il muro del fondamento realizzato ai piedi del nuovo muro della strada dell’Alborata, e per avervi collocato una colonna disotterrata, scudi 4.

Stanzino fabricato sopra lo Sperone nuovo di già descritto all’angolo della Facciata della Chiesa
91. Per il muro di facciata dello Stanzino verso la piazza e verso il Giardino dei fagiani, scudi 39.50.
92. Per la «colla» fatta sopra i due Zoccoli dal muro della testata della chiesa fino al muro del Giardino dei fagiani, scudi 5.96.
93. Per l’aggetto di mattoni bozzato di calce che forma la cornice lunga 44,3/4 palmi della testata del muro verso il Giardino dei fagiani, scudi 6.56,1/2.
94. Per la «colla» sopra il suddetto muro dalla facciata della Chiesa rivolta verso il Giardino dei fagiani, scudi 1.51.
95. Per il taglio effettuato nel muro per formare le fasce e le bugne che ornano il suddetto prospetto e per la realizzazione degli spigoli, scudi 8.02.
96. «Per il muro rialzato di nuovo verso il vecchio che resta verso il Giardino dei Fagiani per potervi metterli i canaloni di terra per ritenervi l’acqua del tetto sopra d.o Stanzino longo p 19,1/4», e per la muratura dei suddetti canaloni in piombo, scudi 4.52,1/2.
97. Per il tetto dello Stanzino, realizzato con arcarecci, «piane» e «tevole» vecchie e con pianelle e canali nuovi, scudi 3.35,1/2.
98. Per aver murato il vano di una porta che era nel muro vecchio dello Stanzino per realizzarne uno più stretto, e per aver murata una soglia di travertino, scudi 9.24.
99. Per due pezzi di muro «ripresi» di nuovo ai piedi di detto stanzino, scudi 2.45.
100. Per il solaio alla senese costruito in detto stanzino «per reggere il pavimento», scudi 3.03.
101. Per la ripresa dello zoccolo sul muro laterale della Chiesa, scudi 8.36.
102. Per la stabilitura del «dado» sopra lo sperone e sistemazione agli spigoli, scudi 1.28,1/2.
103. Per i «resalti» del muro a scarpa, modanati, uno in particolare  «con guscio, intacca, toro, intacca, scozia altr’intacca e pianuccio o sia Zoccoletto», scudi, 3.57.

Catena, o sia Tirante di ferro messo addosso il muro della facciata della Chiesa per tener a freno li due muri laterali
104. Per aver realizzato un ponteggio «tirando in opera» un arcareccio sopra l’aggetto del cornicione della Chiesa e fatti dei buchi per fissare le testate dei ponti per fissare il tirante in ferro, scudi 5.14.
105. Per aver preparato per la posa in opera il tirante di ferro di un solo pezzo lungo 49 palmi, alzato in piedi sul lato dalla parte del giardino, sostenuto con delle scale, tirato con dei paletti ed inzeppato, scudi 3.26.
106. Per il complesso sistema di ponti con i «mozziconi» inzeppati nel muro e corde, realizzato al piano del cornicione e utilizzato per la posa in opera di altri due tiranti di ferro «che tengono a freno il muro della facciata», scudi 12.34.

Rifondatura fatta sotto li fondam.ti della Chiesa e nuovi muri p sostegno de medemi nella Navata di detta
107. Per la costruzione di un nuovo muro di fondazione realizzato con scavo di terra e successivo riempimento di pietra a sacco, eseguito sotto il muro della facciata, e analoghi interventi condotti sotto il muro laterale della chiesa dalla parte verso il Tevere, scudi 7.20.
108. Per aver messo due puntelli per sorreggere il «resalto» «del pilastro dell’arco accanto il muro di facciata dalla parte del Rimessone», scudi 3.41.
109. Per il muro di fondazione realizzato sotto il muro «patito» che sorregge la facciata della Chiesa, e per aver scavato sotto la gradinata davanti alla porta di detta Chiesa restringendo l’arco di sostegno, scudi 13.96.
110. Per due fodere murarie addossate al muro di fondazione della facciata, e per aver innalzato due colonne ed altro per ornare ai lati la porta d’ingresso della chiesa, e per un muro di collegamento sul lato verso il Tevere, scudi 4.68.
111. Per aver puntellato il muro addossato al pilastro tra il primo e il secondo arco della Chiesa verso la facciata, per eseguire i sottostanti lavori alle fondazioni, scudi 2.91.
112. Per il rifacimento del muro sotto il pilastro tra i primi due archi verso la facciata della chiesa dalla parte del rimessone degli agrumi, eseguito in diverse partite di varie dimensioni, scudi 27.55.
113. Per il muro di fondamento realizzato sopra il suddetto per tutta la lunghezza del primo arco (corrispondente alla prima nicchia), e continuato sotto i due pilastri laterali del primo arco, realizzati aumentando l’inzeppatura  con pezzi di mattoni e conci, scudi 23.18.
114. Per i lavori di puntellatura condotti per realizzare il suddetto fondamento, scudi 2.65.
115. Per il muro di rifondatura fatto sotto il descritto muro «che resta al fondo del primo arco», lungo palmi 24 e alto complessivamente 16,3/4, collegato al vecchio muro nuovamente «inzeppato», scudi 56.34.
116. Per aver precedentemente puntellato l’angolo della facciata della chiesa e il muro laterale dalla parte del rimessone degli agrumi al fine di poter realizzare la descritta rifondatura, scudi 5.61.
117. Per un analogo muro di rifondazione fatta di nuovo sotto la porzione del muro esistente nel fondo del secondo arcone e sotto il «pilone» verso il terzo arcone sempre dalla parte del rimessone degli agrumi, scudi 22.24.
118. Per il muro della rifondatura fatto dietro la porzione del fondo del secondo arco con il muro del «pilone» verso il primo arco, scudi 11.87.
119. Per il muro della rifondatura fatto sotto il muro al fondo del terzo arcone e sotto due «piloni» dalla parte del rimessone degli agrumi, scudi 4.92.
120. Per il muro della rifondatura fatta di nuovo sotto porzione dell’altro «pilone» che resta fra il terzo e il quarto arcone dalla parte del rimessone degli agrumi, scudi 7.87.
121. Per il muro della rifondatura realizzato sotto il terzo arcone, e per muri simili che uniscono il fondamento del «pilone» tra il terzo e il quarto arco con la porta della chiesa e le fondazioni su cui poggia l’altare, e altre partite murarie, scudi 53.60.
122. Per aver puntellato i muri all’altezza del «pilone» verso il quarto arcone con arcarecci di sostegno, scudi 3.58,1/2.
123. Per il contraffosso realizzato per poter eseguire la suddetta rifondatura dalla parte verso la Chiesa, scudi 3.8,1/2.
124. Per il nuovo muro di fondazione realizzato sotto quello esistente al fondo del quarto arcone, e per un’altra partita di muro costruita sotto il «pilone» dalla parte della Tribuna, fatto di pietra lavorata a mano, scudi 55.39,1/2.
125. Per l’aumento dell’inzeppatura fatta tra i suddetti nuovi muri descritti, e per lo sgombero di depositi e sedimenti negli angoli, scudi 5.51.
126. Per la puntellatura dei «piloni» del quarto arcone con arcarecci fissati con corde e zeppe, scudi 6.16.
127. Per aver collocato dei puntelli di «legname del Priorato» sotto i suddetti «piloni», scudi 1.54,1/2.
128. Per il nuovo muro di rifondazione fatto sotto il muro di fondo del primo arco verso la facciata della chiesa sul lato rivolto dalla parte del Tevere e sotto il pilone verso il secondo arco, con altri interventi sotto il piano di pavimento della Chiesa dallo stesso lato, scudi, 34.16.
129. Per altri lavori al pilone suddetto da dove è stato rimosso il sepolcro di marmo con figura giacente, e per aver inserito quattro conci di peperino accanto alla rifondatura del pilone, scudi 2.34.
130. Per il muro della rifondatura eseguita sotto il muro del secondo arco dal lato del Tevere e sotto i due «piloni» laterali e altri lavori condotti a due palmi al di sotto del pavimento della Chiesa, scudi 18.85.
131. Pur un puntello di arcareccio posto sotto il secondo «pilone» suddetto, scudi 1.44,1/2.
132. Per il muro della rifondatura eseguito sotto il pilone tra il secondo e terzo arco dalla parte del Tevere e altri lavori al muro dell’arco, scudi 18.66.
133. Per aver posto un altro arcareccio sotto il suddetto pilone, scudi 2.26.
134. Per aver collocato due «mozzature» di arcareccio lunghe circa 9 palmi ed altri «pontelli» per «sorreggere il masso del muro del fondamento sotto il Deposito della Chiara mem.a dello E.mo Portocarrero», scudi 1.9,1/2.
135. Per il muro di rifondazione fatto sotto il fondo del secondo arcone e lavori alle fondamenta sotto il pavimento della Chiesa, scudi 20.16.
136. Per aver rimosso una cassa di piombo contenente il cadavere del cardinale Portocarrero al fine di poter eseguire i lavori di sostruzione, e averla ricollocata, scudo 4.39,1/2.
137. Per il taglio di un muro presso il terzo arcone, scudi 0.70.
138. Per il muro di rifondazione fatto di nuovo sotto il muro al fondo del terzo arcone, ed altri lavori sotto il piano del pavimento della chiesa, scudi 62.49.
139. Per la puntellatura fatta ai muri vecchi addossati a dove sono stati realizzati i nuovi, scudi 5.73,1/2.
140. Per aver rimosso il sepolcro, con pietra tombale raffigurante una figura giacente, di Riccardo Caracciolo «che stava nel vano del quart’arco dalla parte del Tevere contigua alla Tribuna» per eseguire i lavori di rifondazione, scudi 5.32.
141. Per il nuovo muro di fondazione fatto sotto il vano del quarto arcone, e altri lavori di sostruzione eseguiti sotto il «pilone» verso la Tribuna, scudi 21.08.
142. Per il muro di rifondazione realizzato sotto il vano che resta tra i «piloni» e il muro di fondo della chiesa, e per lo spianamento del pavimento della chiesa, scudi 51.16.
143. Per puntelli ed arcarecci utilizzati per sostenere «piloni» della tribuna durante i lavori di rifondazione, scudi 4.63.

Rifondatura fatta di nuovo sotto li fondamenti nella Tribuna della Chiesa
144. Per aver puntellato il muro presso la porta che dalla chiesa conduce alla villa allo scopo di poter fare il nuovo fondamento, scudi 4.04.
145. Per le nuove fondazioni addossate al muro vecchio della tribuna dov’è la suddetta porta e presso le «riseghe» della navata, scudi 24.18.
146. Per le nuove fondamenta realizzate 3 palmi al di sotto del pavimento per rifondare il muro della tribuna da dove inizia l’abside dalla parte del rimessone degli agrumi, scudi 20.03.
147. Per il costo e messa in opera di un pezzo di travicello a forma di saettone che sostiene il muro vecchio al principio dell’abside, scudi 1.03.
148. «Per altra porzione del muro del fondamento suddetto», scudi 1.61.
149. Per altra porzione del muro del fondamento suddetto realizzato dal muro vecchio trasversale sino al fondamento sotto il «pilone» verso la navata della chiesa lungo palmi 12,3/4 e alto palmi 17,3/4, e per un’altra partita di muro fatta sotto il «pilone» verso la navata, scudi 38.98.
150. Per aver messo una mozzatura di arcareccio in piano sotto il muro vecchio verso il rimessone degli agrumi da una parte e poi inzeppato «con pezzi di conci, e tevolozza» tra il nuovo fondamento e il vecchio muro, scudi 3.05.
151. Per il muro di fondazione realizzato per poter realizzare l’altare e per lavori alla porzione che resta tra il nuovo fondamento verso la villa sino al muro di conci che attraversa la tribuna nel suo lato lungo, scudi 47.56.
152. Per l’aumento dell’inzeppatura fatta con pezzi di conci tra il nuovo fondamento e il muro vecchio «ove principia la centina della Tribuna», ovvero dalla parte della villa, scudi 2.07.
153. Per il muro di fondazione realizzato sopra il precedente, lungo la porzione di mezzo verso la navata della chiesa, con lavori di scavo e riempimento, scudi 54.29.
154. Per la nuova fondazione fatta nella «Tribuna centinata» per poter «piantare li resalti delle Colonne», scudi 3.76.
155. Per le spese occorse il 5 dicembre 1764 quando, durante lo scavo per le nuove fondazioni, è stata ritrovata la testa di San Savino entro una cella d’argento racchiusa in una cassetta di marmo che si ruppe sotto la porticella che collega la chiesa con il «Palazzino», e per le successive ricerche di altre reliquie, scudi, 2.77,1/2.
156. Per aver rinvenuto negli scavi per le nuove fondazioni dell’ornato dell’altare tre conci di travertino, scudi 1.60.
157. Per un muro di collegamento tra le fondazioni, scudi 9.09.
158. Per una giornata di lavoro di due garzoni per «levare le guide di marmo nel pavimento della Chiesa consegnate allo Scarpellino p ridurle plinti di basi», scudi 0.50.

Riempitura delli vani che restavano fra la volta della Chiesa e muri superiori della medema ad effetto di rinfincarla
159. Per la spicconatura dei due vani di fianco alla prima finestra verso la facciata della chiesa dalla parte verso il Tevere e il relativo rifacimento lungo, con le sue legature, 8,1/2 palmi e «alto sin al piano della volta sopra lo sguincio della fenestra», scudi 17.49.
160. Per l’analogo lavoro ai vani di fianco alla seconda finestra, scudi 12.46.
161. Per l’analogo lavoro ai vani di fianco alla terza finestra, scudi 12.34.
162. Per analogo lavoro fatto ai vani di fianco alla quarta finestra, scudi 11.91.
163. Per analogo lavoro eseguito ai vani di fianco alla prima finestra verso il rimessone degli agrumi cominciando dalla tribuna, avendo spicconato i vani, tolti i calcinacci i rifatto il muro per una lunghezza di 16,3/4 palmi, scudi 14.51.
164. Per analogo lavoro eseguito ai vani di fianco alla seconda finestra, scudi 16.98.
165. Per analogo lavoro eseguito ai vani di fianco alla terza finestra, scudi 11,35.
166. Per analogo lavoro eseguito ai vani di fianco alla quarta finestra, scudi 12.26.
167. Per i lavori di pulizia concernenti il rifacimento dei vani delle otto finestre e delle relative lunette, scudi 2.23.

Lavori fatti nelle navi delle Fenestre
168. Per diversi pezzi di spicconatura, «ricciatura» e«colla» per rifare una porzione dell’arco alla prima finestra della chiesa dalla parte verso il Tevere  partendo dalla tribuna, e per aver sistemato il cornicione e alcune «crepature» lavorando sopra una «bilancia» appesa, scudi 3.75.
169. Per alcuni «rappezzi» eseguiti «ai muri degli sguinci» della seconda finestra, scudi 0.39.
170. Per identico lavoro eseguito alla terza finestra, scudi 0.39.
171. Per identico lavoro eseguito alla quarta finestra, scudi 0.23.
172. Per altri lavori di stuccatura alle suddette quattro finestre e analogo intervento a una finestra verso il rimessone degli agrumi, scudi 4.35.

Crepature scalzate, e rimurate nella Volta, e Facciata della Chiesa
173. Per aver scalzato e sigillato con calce grassa e muratura crepature nei muri della facciata attorno alla porta, per aver «levato tutto il muro vecchio mosso traforato a tutta grossezza» e rifatto varie partite di muro sempre in facciata, lavorando su bilance di cui ogni volta era necessario regolare l’altezza, scudi 9.38.
174. Per aver scalzato diverse crepature nella volta della chiesa e «rinzeppate» con mattoni, scudi 5.88.
175. Per aver levato il muro sopra la volta della Chiesa e rifatto con conci uniti più strettamente e rifatto «alcuni pezzi di muro a forma di arco ben stretti», scudi 3.25.
176. Per aver inzeppato diverse crepature sopra la finestra, ed altre negli archi sopra le due ultime finestre verso la tribuna dalla parte del rimessone degli agrumi, scudi 2.98.

Rialzatura de muri superiori della Chiesa per potervi mettere l’incavallature per reggere il tetto sopra la  sede sul quale prima posava sopra li muri dell’arconi, che aveano patito e fatto patire la volta col peso del medemo Tetto
177. Per il rialzamento del muro della facciata lungo 51,3/4 palmi a cui è stato sovrapposto il fastigio anche appoggiandolo ai muri laterali; fastigio che  s’innalza per circa 11 palmi sopra il muro nuovo, grosso 2,1/2 e lateralmente lungo rispettivamente 5 e 4 palmi verso il Tevere e verso il giardino. Realizzazione dei suoi zoccoli e fasce murarie, scudi 81.47.
178. Per il muro che forma un terzo zoccolo nel mezzo sopra i due già descritti, lungo 16 palmi, alto 1,1/3 e grosso 3,1/6, scudi 6.67.
179. Per i ponteggi realizzati per rialzare la facciata, con arcarecci fissati come «candele» sopra la volta della chiesa ed altri arcarecci piani «inzeppati» nei muri laterali, scudi 16.29.
180. Per diverse piantane e ponteggi fatti «per poter cavar l’aggetto della cimasa dell’attico sopra la facciata longa stesa p 110, larga 4» avendo precedentemente rimosso la croce di marmo sopra il frontone della chiesa, scudi 7.80.
181. Per «l’aumento» del muro ad arco eseguito sopra il frontespizio, lungo palmi 18,1/3, costruito per sorreggere il fastigio, scudi 0.93.
182. Per il muro fatto sopra gli zoccoli che restano sopra i pilastri della facciata dove sono stati realizzati gli ornati, scudi 7.56.
183. Per aver murato due modelli di marmo e realizzato gli zoccoli all’interno della facciata della chiesa, scudi 3.48.
184. Per il nuovo muro rialzato dalla parte del Giardino dei fagiani per sorreggere la conversa del tetto, scudi 49.17.
185. Per il nuovo muro rialzato sul lato della chiesa dalla parte del guardaroba e per quello relativo all’altra «abitazione bassa longa dal muro della Facciata sin al muro della parte posteriore opposta p 112 di vano alto rag. to p 6,1/4», scudi 43.57.
186. Per il muro realizzato nella parte posteriore della chiesa lungo il muro della villa ed altro pezzo sempre verso il «palazzino» dalla parte della scala «a lumaca», scudi 29.33.
187. Per aver rimosso il tetto prima di realizzare i lavori precedentemente descritti, ed aver calato nella piazza tutti i tegoloni grandi, come anche tutto il legname, ad esclusione di alcuni arcarecci e tavole buone rimaste in opera, e per aver sistemato il tetto del guardaroba e del palazzino più bassi della chiesa, scudi 15.68.
188. Per aver realizzato le cinque «incavallature» (capriate) per il nuovo tetto della chiesa, scudi 38.80.
189. Per la chiodatura dei dieci «bandelloni» di ferro alle testate delle cinque «corde», ovvero travi della capriata, di cui quella della tribuna fissata al muro del palazzino, scudi 20.20.
190. Per aver «impianellato» il tetto con arcarecci, «palombelli modellati in gronda sue pedagnola, tevole e canali e pianelle il tutto nuovo quale copre la Chiesa longo p 116,3/4 largo a due pendezze con sue gronde murate p 58,3/4», sopra le capriate, scudi 139.64.
191. Per lavori da stagnaro ai canali del tetto della chiesa e anche del palazzino nella zona della scala a«lumaca», scudi 9.89.
192. Per aver posto in opera due vecchi arcarecci del priorato lunghi 13 palmi e murati nelle testate per realizzare le converse del tetto che raccolgo l’acqua dalla parte del Tevere e verso il muro posteriore della chiesa sopra la «Tribuna centinata», scudi 4.51.
193. Per aver tagliato due arcarecci del tetto per formare i due lucernari che danno luce al laternino sopra la tribuna, per i quali è stata realizzata una doppia armatura del tetto, scudi 11.27.
194. Per la parte di tetto realizzata con travicelli anziché pianelle, tavole e canali vecchi del priorato, e per aver murato 23 tavole, 6 bocchette e 6 testate di canali attorno al lucernaio e fornito assistenza allo stagnaro che ha montato il canale di gronda del tetto superiore al lucernario e relativo il «cannone» che fa piovere l’acqua nella conversa di piombo del tetto, scudi 5.28.
195. Per il muro realizzato sopra la volta della tribuna per sorreggere la conversa, scudi 2.72.
196. Per il tetto analogamente realizzato con travicelli dalla parte del guardaroba e relativi lavori di stagnaro, scudi 6.01.
197. Per il muro realizzato sopra la volta della tribuna per sorreggere la conversa, scudi 2.72. (n.b., l’articolo ripete il 195, forse per un errore nella trascrizione, ad ulteriore testimonianza che gli articoli riassumono blocchi di lavoro).
198. Per il muro ripreso sopra la volta della Tribuna addossato ai quattro pilastri che sorreggono il lucernario, scudi 2.05.
199. Per il tetto a padiglione realizzato davanti alla finestra del lanternino verso la facciata della chiesa, scudi 3.75,1/2.
200. Per il taglio eseguito nel muro posteriore sopra la tribuna centinata sempre per realizzare le converse, scudi 2.23.
201. Per lavori di garzone di assistenza allo stagnaro, scudi 0.18.
202. Per la realizzazione di un «arco piano» realizzato per entrare dal tetto del guardaroba a sopra il voltone della chiesa, scudi 1.62.
203. Per aver «spicconato, picchiato e ricciato» i vecchi muri di cortina lungo i lati della chiesa, scudi 10.53.

Stabbilitura de muri laterali e posteriore della Chiesa che si sono rialzati
204. «Per l’aggetto de mattoni in coltello retto da chiodi fissi nel muro, bozzato e stabilito di calce la fascia con intacca e guscio sotto il quale resta sotto la gronda del tetto», e per aver «bozzato» e «stabilito» di calce la fascia posta sotto la gronda sui lati della chiesa dalla parte del Giardino dei fagiani e dalla parte del guardaroba, scudi 15.23.
205. Per la realizzazione del «cornicione del frontespizio acuto, che fa finimento alla facciata posteriore della Chiesa», scudi 13.14.
206. Per altro cornicione con gola dritta e pianuccio, e cornicione con tacche e gola rovescia e gocciolatoio con goccia realizzati in varie parti sopra i muri esterni della chiesa ed intorno all’oculo della  facciata, scudi 13.39.
207. Per la realizzazione del «sodo» del frontespizio, realizzato con «gretoni» e calce «che resta sopra il descritti vano ovato» della facciata, al quale sono state «incollate» sui lati due torri precedentemente intagliate – bugnate, con porta, finestra e merli – che rappresentano lo stemma gentilizio del gran priore di Malta. Sono trapassate da un’asta che infilza ai piedi la mezza luna ai piedi di dette torri alte in facciata 5 palmi, scudi 3.93.
208. Per la fascia bozzata e stabilita di calce che ricorre intorno al frontespizio, lunga complessivamente 40 palmi, e per interventi di spicconatura e «incollaggio» dei muri, scudi 2.32.

Campaniletto fatto di nuovo sopra il muro laterale della Chiesa verso la Guardarobba ed altra abitazione bassa
209. Per il muro realizzato per detto campanile e relativi ponteggi, scudi 4.86.
210. Per l’aggetto del cornicione piano sotto il frontespizio della chiesa e per la stuccatura in bianco degli stemmi gentilizi sullo stesso, scudi 4.24.
211. Per la bozzatura e stabilitura in calce delle cornici dell’arco del campaniletto, scudi 2.10.
212. «Per l’aggetto de gretoni, bozzato e stabilito di calce il Zoccolo resaltato sotto li Pilastri» della facciata, scudi 1.31.
213. Per la posa in opera del pieduccio di travertino sopra il timpano della facciata per reggere la croce, scudi 1.34.
214. Per lavori al tetto del suddetto campanile e altri interventi, scudi 1.08.
215. Per aver murato e bucato due tavole di piombo per far passare la corda della campana, una sopra il tetto della chiesa, l’altro sopra quello più basso del Guardaroba, scudi 1.91.

Stabilitura della parte posteriore della Tribuna centinata verso il cortile della Cisterna
216. Per l’allestimento di ponti e cavalletti per eseguire i suddetti lavori, scudi 5.77.
217. Per il nuovo muro che sostituisce il vecchio demolito, che sorregge la tribuna dalla parte del cortile della cisterna, scudi 16.17.
218. Per l’aggetto di mattoni bozzato e stabilito in calce che forma il cornicione centinato sotto la grondaia della tribuna, scudi 8.75.
219. Per l’assistenza prestata allo Stagnaro per mettere in opera una conversa di piombo sul tetto della tribuna addossato al palazzino, scudi, 5.56.
220. Per il tetto realizzato sopra la volta della tribuna con tegole e canali nuovi, e per assistenza allo stagnaro nella posa in opera di un’altra conversa di piombo, scudi 11.40.
221. Per aver «scalzata e rinzeppata» la fessurazione presso la finestra della tribuna, scudi 1.26.
222. «Per l’aggetto de gretoni, bozzato e stabilito di calce li cinque pilastri in forma di fasce che adornano il muro esteriore di detta Tribuna» e per la fascia realizzata sotto il cornicione del muro esterno di detta tribuna, scudi 11.33.
223. Per la cornicetta intorno alla finestra e per le fasce sopra i pilastri esterni della tribuna, scudi, 6.79.
224. Per la cornice che fa da finimento sopra la finestra della tribuna e per il «sodo» della medaglia che si trova in mezzo, scudi 2.78.
225. Per le due cornici circolari con pianuccio e gola realizzate intorno alla medaglia, con la torre e l’arma gentilizia del Gran Priore in stucco bianco e il festone di alloro che circonda la descritta medaglia, scudi 8.98.
226. Per la messa in opera della croce sopra la descritta medaglia, sopra cui vi è scolpita un’aquila a due teste in rilievo che tiene tra gli artigli una mezza luna che rimane dietro la croce, anch’esso stemma gentilizio, scudi 4.35.

Stabbilitura della Facciata della Chiesa verso la Piazza
227. Per la realizzazione degli zoccoli in travertino sopra il timpano della facciata, e «per aver tirato in opera la Croce con suoi raggi di ferro di peso tt 235» collocata a piombo sopra i suddetti zoccoli, murata con scaglie di mattoni e «tevolozza» grazie all’ausilio di ponteggi, e per aver messo in prova sopra la facciata diversi capitelli e zoccoli di marmo, con la croce di marmo che vi era precedentemente, e poi tolti «per non farvi buona figura», scudi 4.52.
228. Per la fascia che ricorre sotto la cimasa di travertino «sopra cui piantano i Zoccoli», scudi 1.15.
229. Per la fascia «bozzata» di calce realizzata sotto la cimasa di travertino sopra cui sono stati fatti gli zoccoli, scudi, 1.10,1/2.
230. Per l’aggetto di mattoni bozzato di calce e stabilito che forma «la cornice ovata che ricorre attorno l’ornato che fà piede alla Croce», scudi 5.81,1/2.
231. Per aver spicconato e stabilito la cornice modanata intorno al «vano dell’ovato», per numerosi lavori di stuccatura e stabilitura in facciata. Per aver realizzato ai piedi della croce, circondato da una cornice, un ornato con un «carcasso» con sciabola nel mezzo, con fettuccia, croci e fogliame ai piedi. Ai lati forme di meandri arabescati, una fettuccia ritagliata a tortiglione e mascherine ornate e cavalli marini, scudi 24.34.
232. Per il ponte dello stagnaro che ha ricoperto i «cimieri» di questo ornato, scudi 0.12.
233. Per l’aggetto di «cocce e gretoni» retti da chiodi fissati nel muro, bozzato di calce e con una medaglia intagliata di stucco che raffigura una testa di imperatore collocata sopra la cornice che riquadra ai piedi il suddetto ornato, scudi 1.34.
234. Per l’abbozzatura di calce e stabilitura di un terzo zoccolo con due «rivolte», realizzato sotto i già descritti ornati, «che forma piede alla croce», lungo complessivamente  palmi 22,1/3, alto 1,2/3 e di aggetto 1/3, e per aver similmente realizzato altri due zoccoli sotto il suddetto e altri ancora sopra i pilastri, scudi 3.23.
235. Per «l’aggetto di mattoni bozzato di calce e stabilito simile alle due cornici esagone» e modanate che racchiudono le croci di malta «che fanno finimento sopra li resalti de pilastri della facciata della chiesa longa stesa ad ogni esagono p 18», e per aver bozzato e stabilito l’ovolo con le sue tacche che ricorre ai piedi delle cornici esagone e altri lavori al cornicione del fastigio, scudi 12.82.
236. Per aver fissato con chiodi la croce di malta «con punte angolari divise in due all’estremità»,  alta e larga 3 palmi e aggettante 1/3 sul «bozzato di calce» , scudi 4.74.
237. Per l’abbozzatura in calce e stabilitura dei due zoccoli sottostanti gli ornamenti descritti, scudi 3.0,1/2.
238. «Per l’ammattonato arrotato e tagliato fatto sopra li muri del zoccolo che univa col muro della facciata, e rivoltava alli lati di detta, che in appresso fu rialzato dalla parte del giardino e formatovi diversi gradini», scudi 0.73.
239. Per la realizzazione dell’«aggetto de mattoni  bozzato di gretoni e calce, e stabbilita simile la cimasa dritta» del fastigio, scudi 23.16.
240. Per i ponteggi e le opere di supporto al lavoro dello stagnaro sopra l’aggetto descritto, scudi 1.62,1/2.
241. Per l’aggetto di mattoni e pianelle retti da chiodi fissati nel muro e bozzati di calce per la realizzazione dei due scudi del fastigio, scudi 6.28.
242. Per la realizzazione in stucco bianco dell’arma gentilizia del gran priore, ovvero la croce nel mezzo dello scudo con a lato due torri merlate e bugnate con porte e finestre e sotto un’aquila nel con due teste coronate, alta e larga circa 3 palmi; il tutto circondato da un festone di alloro, scudi 13.75.
243. Per altro «aggetto di mattoni» che forma una  fascia modanata con pianuccio, ovolo e tacca del fastigio, scudi 3.70.
244. Per aver sigillato il muro del fastigio con il timpano della facciata, scudi 4.10.
245. Per i ponteggi collocati per condurre a termine la precedente operazione, scudi 1.50.
246. «Per la colla sopra li muri della rialzatura di detta facciata», cioè alla testata verso il giardino e all’altra verso il Tevere, alla facciata posteriore, a numerosi zoccoli e dietro la cimasa di travertino con aumento di sei piombature, scudi 3.03.
247. Per aver dovuto scoprire durante questi lavori una parte del tetto della chiesa già rifatto, scudi 3.90.
248. Per i ponteggi realizzati per spicconare ed ornare la facciata della chiesa, realizzati con «candele» di arcarecci unite da cinque file di traversoni fissati con 25 «gattelloni» a cui sono state inchiodate le «pontane», scudi 33.94.
249. Per aver rimosso l’arma di Pio V nel timpano della facciata e averla temporaneamente deposta nel cortile della cisterna, per aver risistemato il «gangano» di ferro che la reggeva ed averlo rimurato per ben due volte in modo da ottenere un aggetto più pronunciato, e per aver infine ricollocato per ben due volte la suddetta arma e poi rimossa, scudi 5.71.
250. Per aver analogamente rimosso altre tre armi della «religione gerosolomitana» e uno stemma della famiglia Pamphili, averli portati nel rimessone degli agrumi dove è stata loro rimossa la ruggine dai ferri e sono stati puliti, successivamente ricollocati, scudi 1.97.
251. Per aver fissato otto frammenti di travertino nel muro del timpano per poter fissare il trofeo attorno all’arma di Pio V, scudi 12.79.
252. «Per il muro rustico di un filaro di mattoni e pianelle fatto sopra il Cornicione del Frontespizio per potervi riportare la gola dritta longo stesa con le due rivolte a piede p 72», scudi 2.82.
253. Per altra parte di muro realizzata sopra l’aggetto della cornice della facciata, scudi 10.44,1/2.
254. Per rilevare e rimediare al danno provocato da infiltrazioni d’acqua che penetrano dal sopraddetto frontespizio, per aver terminato di stabilire la facciata e aver posto in opera due palombelli alti 18 palmi sopra la facciata e successivamente rimosso i ponteggi, scudi 5.02.
255. Per la traccia fatta ai pilastri sopra il frontespizio per inserire la lastra di piombo, scudi 4.07.
256. «Per l’abbozzatura di gretoni e calce incollato simile la cornice dritta del Frontespizio acuto sopra detta facciata», modanata e con gocciolatoio, scudi 8.41.
257. «Per l’aggetto de mattoni, bozzato e stabilito di calce» che forma «la porzione sotto il gocciolatoio della cornice del frontespizio dritto resaltata nel mezzo sopra il sodo nel timpano», con sue modanature e rivestimenti in piombo, scudi 3.92.
258. Per la preparazione del sodo nel mezzo del timpano al fine di poter realizzare l’ornato con i trofei, e per l’ornato composto di due file di sei campanelle lavorate a forma di campana, scudi 3.79.
259. «Per l’aggetto de gratoni e bozzatura di calce» che forma la cornice del sodo nel mezzo del timpano, scudi 1.85,1/2.
260. Per l’aggetto di mattoni e cocce armato con verzelle e chiodi fissati nel muro, bozzato in «gretoni» di calce e per stabilito con stucco bianco che forma le due corazze che ornano il centro del timpano accanto all’arma di Pio V, lavorato con arabeschi, mascaroni, aquile a due teste, e ai piedi di dette corazze realizzata una croce sopra il globo, scudi 57.09.
261. Per la stabilitura dell’ornato negli angoli del timpano, composto di diversi scudi e bandiere, cannoni ed altre armi militari sopra quali vi «scherza» la stola, e sopra essa sculture in basso rilievo che rappresentano la passione di Cristo, e per aver ornato il fondo degli scudi con candelabri ed altro, il tutto pulito e ricoperto di stucco bianco, scudi 46.57,1/2.
262. Per la realizzazione di ponteggi per eseguire l’ornato, e «per mettere e levare diverse volte gli arazzi per guardar dal sole il descritto ornato del timpano», scudi 0.75.
263. Per l’aggetto di «gretoni» di 21 palmi sotto la cornice del gocciolatoio, scudi, 1.70.
264. Per il cornicione piano dritto di detta facciata, con modanature con ovoli con forma a becco di civetta, e per aver ridotto la parte verso il rimessone uguale all’altra, scudi 16.43.
265. Per l’aggetto di mattoni «bozzato di gretone e calce», incassato nel muro in luogo dell’aggetto vecchio che essendo sollevato è stato rimosso, scudi 25.56,1/2.
266. Per l’aggetto in mattoni bozzato di calce che costituisce una parte della cornice del muro esterno rivolto verso il Tevere, scudi 0.35.
267. Per aver incassato nella facciata quattro «modelloni» di ferro lunghi 4 palmi ed altro ferro lungo 10 palmi per sorreggere l’iscrizione posta nel fregio sotto il cornicione della facciata costituita da tre pezzi di marmo lunghi insieme 20 palmi, scudi 3.71.
268. Per il muro fatto alle due testate dove  «pianta» l’iscrizione, scudi 10.82.
269. Per l’aggetto di mattoni, «cocce» ed altro armati con verzelle rette da chiodi fissati nel muro, e per l’aggetto delle tavole per realizzare i sei capitelli (quattro in facciata e uno su ciascun lato) sopra i pilastri bozzati di calce e stabiliti con stucco bianco, che sono «di ordine ionico moderno con sue tavole centinate scorniciate con ovolo, intacca, ed abbaco, volute scorciate nella loro grossezza con pianuccio, gola dritta, ed intacca fra le quali sotto il corno del Capitello si è intagliata e scolpita una testa di cherubino... che ricopre l’unione delle volute, nel corpo delle quali in luogo del giro della spira vi sono state fatte Sfingi, che poggiano colla zampa d’avanti alle Torri nel mezzo dei capitelli...», alto ciascun capitello 3,1/2 palmi, scudi 68.60.
270. Per l’aggetto dei «gretoni» bozzati di calce e stabiliti in stucco bianco sotto i sei pilastri, scudi 1.1,1/2.
271. Per le lastre di piombo collocate a protezione dei capitelli, scudi 0.25.
272. Per il taglio effettuato in tre paraste della facciata per ridurle in misura, e per la realizzazione delle scanellature delle sei paraste, scudi 56.36.
273. Per l’aggetto di calce, bozzatura e stabilitura della cornice «che ricorre attorno l’ornati fatti da capo alli quattro pilastri di facciata», rappresentati da «foderi di spade guarniti con diversi fogliami, legature di fettucce, medaglie con sue figurine, mascherine, impugnature di spade terminate da capo diversamente con pomi di forma di teste di aquila, ed altro con serpenti che si avviticchiano attorno uno di essi foderi, bozzati con gretoni di calce retti da chiodi fissi nel muro, stabiliti di stucco bianco ben ricercati e politi», scudi 16.84.
274. Per l’abbozzatura e stabilitura di calce della cornice dritta tra i due pilastri della facciata, scudi 5.93.
275. Per l’abbozzatura e stabilitura di calce della fascia scorniciata che costituisce il fondo della facciata, scudi 10.79.
276. Per l’aggetto fissato con chiodi costituito da due insegne militari composte ciascuna da una figura alata alta 5,3/4 con ramo di palma in mano sopra l’iscrizione «FERT», e sopra esse, «terminato l’asta a piede detta insegna con borchia scolpita con mascherina nel mezzo e festone fra detta e tabella, legato da fettuccia che scherza a piede dett’asta, sopra quale figura vi è il N.ro Cristo, circondato da festoncino di fiori di granato; altr’ornato sopra legato da festoncino nel mezzo e circondato da catena composta di diversi anelli che legano assieme le due mezze lune sopra il dett’ornato, quali sorreggono la torre intagliata come le altre di già descritte, riportatovi scolpita una medaglia con sua testa al di sopra di essa torre e terminata ess’insegna da capo con croce, sua corona sotto e traversa piana, con due ornati pendenti all’estremità», alte ciascun insegna palmi 21,1/6, larghe al massimo 2,1/3, realizzate dallo scultore Tommaso Righi, scudi 18.80.
277. Per i ponteggi costruiti per realizzare le suddette insegne, scudi 0.17.
278. Per il muro rustico intorno alla finestra circolare che resta sotto il fregio, scudi 3.26.
279. Per l’aggetto dei mattoni, bozzatura e stabilitura di calce  che forma la cornice posta sotto l’iscrizione, con festoni di alloro intrecciati intorno all’oculo e fissati con verzelle e chiodi, scudi 27.28,1/2.
280. Per aver sistemato due fessurazioni accanto agli stipiti di travertino della porta della facciata, scudi 0.72.
281. «Per l’aggetto di gretoni bozzato di calce e stabilito in stucco» che orna la facciata ai lati della corona d’alloro intorno all’oculo, scudi 24.98.
282. «Per l’aggetto de mattoni, bozzatura di calce e stabilito in stucco bianco» che forma la cornice piana sopra il timpano della porta, scudi 1.49,1/2.
283. Per l’aggetto di mattoni e cocci retti da chiodi fissati nel muro e bozzato di gretoni di calce e stabilito in stucco bianco che formano le due volute ioniche sopra cui vi sono diverse rosette e il restante ornato con sette «bacchelli» cavi, scudi 39.14.
284. Per lavori di pulizia al tetto sopra la nuova stanza dalla parte del Giardino dei fagiani, scudi 0.58.
285. Per lo scavo realizzato sotto la scalinata della chiesa per murare in opera i diversi pezzi dello zoccolo di travertino, e per il muro nuovo realizzato sotto il suddetto zoccolo, scudi 12.10.
286. Per la messa in opera delle basi di travertino sopra il descritto zoccolo [seguono le misure dei singoli frammenti messi in opera], scudi 6.33.
287. Per i muro ricostruito dietro le suddette basi, lungo 29 palmi, alto 4, grosso 1,1/4, scudi 5.48.
288. Per aver rimosso la vecchia soglia di travertino della porta della chiesa e trasportata nella piazza, impiegando un terzo di giornata di maestro e  due garzoni, ed un quarto di giornata di altri due garzoni, scudi 0.42,1/2.
289. Per la posa in opera della nuova soglia di travertino della porta suddetta, composto di due pezzi lunghi rispettivamente 14,1/2 e 10,1/3 palmi, formanti uno scalino, scudi 2.51,1/2.
290. Per aver smantellato la gradinata di peperino antistante la facciata, e abbassata la superficie della stessa gradinata di tre scalini e poi rifatta la gradinata «colli pezzi migliori de scalini accomodati dallo scarpellino», scudi 32.79.
291. Per il muro edificato di nuovo a forma di «zaina» di fianco alla suddetta gradinata dalla parte del Tevere, lungo 11 palmi e alto 5,3/4, scudi 7.17.
292. Per il muro costruito simmetricamente dall’altra parte della suddetta gradinata, scudi 4.10.
293. Per aver collocato delle candele per servire al lavoro dell’indoratore che ha «dipinto» le armi del papa e del gran priore collocate sopra la porta della chiesa, scudi 1.89.
294. Per aver murato «una selce» in forma di pan di zucchero presso il «muro a zaino» dalla parte del rimessone degli agrumi, scudi 3.38.
295. «Per l’aggetto e muratura di 7 mattoni orditi nella sudetta selciata per deviar l’acqua», scudi 0.25.

Facciata laterale della Chiesa corrispond.te verso Guardarobba e Rimessone di Agrumi
296. Per il muro di questa facciata rialzato sopra le nuove fondazioni e per la realizzazione del primo arcone all’interno, e la riparazione di alcune fessurazioni, scudi 63.41,1/2.
297. Per l’inzeppatura fatta tra il vecchio e il nuovo muro e per aver smantellato il vecchio cornicione con i modiglioni di marmo, scudi 2.74,1/2.
298. Per la puntellatura della parte superiore del muro di detto lato per poter demolire la parte inferiore, e tolti due stipiti e soglie di una porta murata nel muro demolito, scudi 5.43.
299. Per il muro «accresciuto di nuovo addosso al pilastro che fa la testata della facciata all’ordine sopra il cornicione», scudi 6.58.
300. Per il muro che forma i quattro zoccoli in forma di gradini, scudi 2.87.
301. Per i ponteggi realizzati con travicelli alti 30 palmi per formare le due «candele», e per i cavalletti realizzati sempre per i suddetti lavori, scudi 3.03.
302. Per la «colla» sopra i descritti nuovi muri aggiunti all’ordine attico e per i quattro gradini realizzati sopra, scudi 1.39.
303. Per l’aggetto di mattoni bozzato di gretoni e calce simile alla cornice realizzata sopra il primo pilastro, con modanatura composta da pianuccio, gola dritta, tacca, gola rilevata, guscio e tondino della tacca e stuccature relative, scudi 4.58.
304. Per il muro di fodera addossato al descritto muro, rifatto di nuovo, al fine di metterlo in piombo e per il ponte realizzato per «incollarlo» al tetto del guardaroba, scudi 4.42.
305. Per l’aggetto di mattoni bozzato e stabilito di calce sotto il quale è collocata la gronda del tetto della chiesa dalla parte del guardaroba, scudi 1.34.
306. Per aver risistemato una parte del tetto in occasione del rialzamento dei suddetti muri con costi per l’acquisto di 14 «tevole», 14 bocchette e 20 canali che sostituiscono i rotti, scudi 1.84.
307. Per l’aggetto di mattoni con bozzatura di gretoni e stabilitura di calce che forma il cornicione della facciata laterale in proseguimento di quello in facciata, lungo 21,3/4 palmi e alto 3,1/2, scudi 7.33.
308. Per l’ammattonato «di mattoni grosso arrotato e tagliato» sopra il suddetto cornicione, ricoperto con lastre di piombo, scudi 2.58.
309. Per l’aggetto di gretoni bozzato e stabilito di calce che costituisce la fascia liscia dritta che riquadra la facciata laterale sotto il cornicione e gira intorno alla finestra e all’oculo ovale, scudi 9.11.
310. Per la spicconatura, ricciatura e «colla» degli «sguinci» laterali al vano della finestra superiore, scudi 1.50.
311. Per la messa in opera di una ferrata a mandorla alta 10,3/4 palmi al vano della finestra, e per aver sistemato sopra detta finestra i supporti di ferro che sorreggono l’ornato con le armi del principe Panfili e delle case Salviati e Poncelli che prima stavano nella facciata principale della chiesa, scudi 3.90.
312. Per l’aggetto di gretoni bozzato e stabilito in stucco bianco che forma il dado sotto la suddetta finestra, scudi 1.25.
313. Per il selciato «bastardona in calce» realizzato ai piedi di questo lato della chiesa, scudi 3.22.

Lavori ed ornato fatto nella Tribuna della Chiesa con volta e Lanternino sopra
314. Per lo scavo eseguito per abbassare il piano della tribuna, dal quale precedentemente si accedeva al contiguo palazzino, e per aver trasportato il terreno nel contiguo orto contro la chiesa, scudi 7.89.
315. Per lo scavo eseguito presso il vecchio muro di fondazione che sorregge il muro centinato della tribuna, aumento dell’inzeppatura tra muro vecchio e nuovo e relativi ponteggi ed arcarecci di sostegno, scudi 5.60.
316. Per la costruzione della volta a botte «al vano di detta Tribuna centinata longo p 24 largo rag. to 10, di sesto p 2», per il muro di fondazione ai gradini di accesso della tribuna e per aver «trasportato dalla contigua piazza li conci di travertino che formano la gradinata murati sopra il descritto masso», scudi 12.29.
317. Per il muro addossato alla parete del palazzino realizzato per ridurre questo lato della tribuna in modo da renderlo identico all’opposto, avendo così murato alcuni finestrini e per aver aumentato l’inzeppatura tra il vecchio e il nuovo muro, scudi 24.27.
318. Per il muro «del resalto» dei due pilastri d’angolo della tribuna e delle «due colonne a lato con porticella», scudi 10.39.
319. Per «il muro dell’arco piano fatto sopra li resalti delli suddetti due pilastri o colonne» lungo palmi 13 e alto 2, relative legature con il muro vecchio, e per il «muro che cresce ov’è il vano della fenestra del coretto... lavorato ad arco piano sopra l’armatura», avendo precedentemente puntellato il muro vecchio, scudi 13.52.
320. «Per il muro del Sottarco fatto sotto la volta a piombo del resalto de piloni e colonne longo stesso centinato palmi 43,1/2», scudi 8.56.
321. «Per il muro delli resalti delli due pilastri fatti nell’angolo della rivolta o sia laterale della tribuna dalla parte del Rimessone dell’Agrumi» alti dal piantato dello zoccolo sin sotto il cornicione 24 palmi e larghi con le legature nei muri vecchi 1,3/4 ciascuno, scudi 16.25.
322. Per il muro dell’arco realizzato sopra i pilastri e le colonne e muro «del sottarco» realizzato sopra l’armatura e muro dei due «resalti» sotto il detto arco, scudi 12.76.
323. Per la spicconatura e picchiatura e sistemazione dei muri vecchi e dei «sordini» della tribuna sino a sotto la volta a crociera «dov’è l’occhio del lanternino», e per aver «levata la terra nel sito ov’era la Sagrestia dietro l’altare isolato in detta chiesa per metterlo in piano con il restante della Tribuna», scudi 15.33.
324. Per i ponteggi realizzati per poter spicconare, come descritto, i muri vecchi e rifare le nuove fodere murarie, scudi 7.74.
325. Per il ponteggio realizzato per ornare la volta della tribuna e vari altri ponteggi sostenuti con arcarecci e «candele», scudi 12.78.
326. Per il «riporto de mattoni murati in calce sotto la volta della tribuna» dalla parte del palazzino verso la navata, ove erano mancanti, fissati con chiodi, scudi 9.52.
327. Per il muro dei due «pilastri» e delle sei «colonne» simili, alti circa 25 palmi, realizzati nella porzione centinata della tribuna [si tratta, in realtà, di paraste e semicolonne], scudi 30.46.
328. «Per il muro dell’arco piano fatto sopra il resalto delli suddetti due pilastri e colonne» lungo steso palmi 45 e alto 2, e per un muro simile de «sottarco fatto sotto la volta», scudi 15.80.
329. Per la «ricciatura» eseguita sotto la volta della porzione centinata della tribuna al fine di poter realizzare l’ornato, scudi 2.56.
330. Per aver scalzato a partire dal concio in chiave dell’arco la parte di muro danneggiata dal cedimento delle fondamenta ed aver ed averlo risistemato, scudi 1.96.
331. Per il muro realizzato sopra la nuova finestra aperta nella tribuna, per la messa in opera della ferrata di detta finestra e relativo ponteggio per il fissaggio del quale sono stati realizzati due buchi nel muro, scudi 5.80.
332. Per aver spicconato il muro della volta a crociera dov’è l’occhio del lanternino, e aver realizzato una nuova fodera e muro simile dove si è ingrossata la volta attorno all’occhio del lanternino del diametro esterno di 11 palmi, e trasforata la vecchia volta in quindici punti ed unita alla nuova con «tevoloni», scudi 50.50,1/2.
333. Per il nuovo muro realizzato sopra il descritto occhio della volta per poterci piantare il lanternino della circonferenza di 32 palmi, e per aver nascosto il cerchione di ferro ingrossando il muro sopra gli archi delle finestre, scudi 29.12.
334. Per la messa in opera del cerchio di ferro in quattro pezzi per la realizzazione del lanternino, murato nella parte esteriore, scudi 1.67.

 
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